Sanremo 2019: Zen Circus – Significato di L’amore è una dittatura scritto da Laura Boni 29 Gennaio 2019 Anche gli Zen Circus hanno deciso di rispettare la tradizione e portare sul palco di Sanremo 2019 un brano che parla d’amore… ma con un stile tutto loro! L’amore è una dittatura non parla dell’amore romantico, ma di quello “comunitario, che affrontiamo di petto, in un brano maestoso in cui l’orchestra è fondamentale con gli strumenti che entrano in crescendo” ha spiegato la band a Sorrisi e Canzoni. Scopri QUI tutti i testi delle canzoni di Sanremo 2019! Zen Circus saranno uno dei 24 concorrenti della prestigiosa kermesse musicale, in programma al Teatro Ariston dal 5 al 9 febbraio 2019; Sanremo 2019, però, cambia regolamento: eliminando la classica gara delle Nuove Proposte. Il direttore artistico Claudio Baglioni ha scelto per l’occasione di modificare le carte in tavola, facendo scontrare i 2 vincitori del concorso direttamente contro i 22 BIG annunciati nel corso delle due serate. Le due serate speciali nel corso delle quali abbiamo scoperto i 24 concorrenti di Sanremo 2019 sono state presentate da Pippo Baudo e da Fabio Rovazzi. I nomi dei BIG scelti da Baglioni sono stati svelati durante la gara, mentre i due nomi dei Giovani sono stati scelti in base al voto congiunto di Commissione Artistica, della giuria televisiva e del televoto (con un peso rispettivo del 40%, 30% e 30%). Ecco il testo di L’amore è una dittatura di Zen Circus: ci hanno visti nuotare in acque alte fino alle ginocchia ed inchinarci alle zanzare pregandole di non mescolare il nostro sangue a quello dei topi arrivati in massa con le maree le porte aperte, i porti chiusi, e sorrisi agli sconosciuti che ci guardano attoniti mentre ci baciamo, da uomo a uomo, mano nella mano una sigaretta non lo racconta ci vuole forse una vita intera o una canzone non certo questa, altri maestri, altri genitori che non rinfacciano quello che sei, quello che vuoi quello che eri esistere è giusto un momento chi vive nel tempo muore contento e sì, ci hanno visti contare le pietre di questo deserto pazienza, perdere tempo con il cielo, farlo di lavoro pagati per immaginare qualcosa che non puoi fotografare mi spiego meglio, senza nascondermi dietro a cazzate scritte per caso in questa palestra dell’orrore ecco la pietra, ecco il peccato, u cane pastore lo fa per amore, Non per denaro, non per rancore, Non per la lana esiste il gregge Né per la legge Siamo delle antenne, dei televisori Emettiamo storie che fanno rumore Cerchiamo la donna della vita o l’uomo della morte Strade interrotte, eterni sorrisi, figli sangue del nostro lavoro Non ci somiglieranno, figli ormai del mondo intero E perdere la monotonia di quando tutto era al suo posto I topi cacciati, debellati, mostri tutti sotto al letto E lasciar volare via quell’abbraccio conosciuto Di chi in nome del tuo bene ha distrutto il tuo passato Quando arrivi tu se ne vanno gli altri Sai che non va bene ma ti piace arrangiarti Come fanno in quei paesi che non sappiamo pronunciare Ma che ci piace addomesticare a parole Ero presente al momento dei fatti Il fatto non sussiste Mettetelo agli atti Ma non hai paura di nessuno Se non della tua statura Hai la democrazia dentro al cuore Ma l’amore è una dittatura Fatta di imperativi categorici Ma nessuna esecuzione Mentre invece l’anarchia la trovi dentro ogni emozione Tu stammi vicino, anzi lontano abbastanza Per guardarti il viso dalla stanza dei miei occhi Aperti o chiusi, non importa Sono occhi quindi comunque una porta aperta Il tempo passa lo senti da questo orologio Mentre lavori dentro un bar, ad una pressa o in un ufficio e E speri ancora che qualcuno sia lì fuori ad aspettarti, Non per chiederti dei soldi, neanche per derubarti, Non per venderti la droga e soffiarti il posto di lavoro Ma per urlarti in faccia, che sei l’unica, sei il solo Sei l’unica, sei il solo