X-Men L’inizio: Intervista esclusiva a Clemente Russo scritto da Laura Boni 30 Maggio 2011 Sta per arrivare 8 Giugno nelle sale italiane la nuova avventura dei famosi mutanti; X-Men: L’inizio, prequel della trilogia cinematografica dedicata agli eroi dei fumetti della Marvel Comics. Il nuovo film racconta la storia di Charles Xavier (James McAvoy) e Erik Lehnsherr (Michael Fassbender), due giovani mutanti, fondano un gruppo di supereroi e si mettono al servizio degli Stati Uniti durante la crisi dei missili di Cuba. La guerra fra umanità e mutanti è tuttavia alle porte. In occasione dell’uscita del film GingerGeneration.it ha intervistato in esclusiva Clemente Russo, il pugile campano è reduce dall’esperienza di attore protagonista nei panni di se stesso nel film di Giuseppe Gagliardi, Tatanka, ispirato al racconto di Roberto Saviano “La bellezza e l’inferno”. Il cinema ha portato fortuna a Clemente, Il campione, infatti, è il primo atleta italiano a qualificarsi a titolo individuale alle Olimpiadi di Londra 2012. Nel film X-Men: L’Inizio, i due personaggi principali, il professore X (James McAvoy) e Magneto (Michael Fassbender) hanno due visioni molto diverse riguardo l’uso della forza, uno vorrebbe usare le proprie abilità per il bene e l’altro per dominare il mondo, cosa pensi dell’uso della forza fisica come mezzo per raggiungere uno scopo, anche se positivo? Credo che sia sempre sbagliato utilizzare la propria forza per raggiungere i propri scopi, siano positivi o negativi. Vedo nel pugilato, la nobile arte che ha un fine puramente sportivo né positivo né tantomeno negativo. Inoltre i due protagonisti, sono prima grandi alleati e poi nemici. Nella tua esperienza da pugile, ti è mai capitato di dover scontrarti con un tuo collega che prima era un grande amico e poi no? Nella mia vita sportiva non ci sono nemici. Ogni mio avversario è una persona a priori da rispettare e anche se non posso definirla amica, è mia abitudine sollevargli il braccio anche se è perdente nel match. Mi piace sottolineare l’importanza e la dignità del mio avversario. Come ti sei avvicinato al mondo del pugilato? Cosa può dare questo sport ai giovani? Mi sono avvicinato al pugilato per curiosità e sono stato subito catturato da un mondo che in primis mi ha fatto diventare più carino fisicamente e piacente agli occhi delle ragazze della mia età e poi mi ha tolto dalla strada e dai bar, ponendomi obiettivi e stimoli sempre crescenti da raggiungere. Proprio qualche settimana fa, ti abbiamo visto invece nel tuo di film Tatanka, nei panni di attore. Questo nome rappresenterebbe anche il tuo soprannome. Come è nata la storia del soprannome? E come è nata questa esperienza nell’ambito cinematografico? Ti è piaciuta e la rifaresti? Il soprannome Tatanka, che significa Bisonte, nel linguaggio indiano dei Sioux, mi è stato attribuito da un grande pugile, Angelo Musone, che ha voluto sottolineare il mio modo iniziale di combattere: a testa bassa, con scariche di pugni velocissimi, tanta forza e poca tecnica. Sono stato contattato dalla Produzione e dal regista per interpretare la parte di un giovane marcianisano che trova nel pugilato la strada del riscatto sociale in una terra difficile dove domina la camorra. E’ anche la storia di una grande amicizia, con il compagno (Rosario, interpretato dall’attore Carmine Recano). Ho accettato perché recitare è stato sempre un mio sogno. L’esperienza mi è piaciuta molto e la rifarei sicuramente. Oltre al cinema e al pugilato, hai avuto anche esperienze in Tv, perché all’apice della tua carriera sportiva hai deciso di partecipare ad un reality show? Pensi che abbiamo influenzato la tua credibilità come atleta? Non credo. Per me è stata un’ esperienza isolata, che non mi ha assolutamente fatto dimenticare da dove vengo e cosa voglio. Ogni giorno sui giornali leggiamo di episodi di bullismo, secondo te i ragazzi potrebbero scegliere di praticare la boxe per difendersi dai bulli? Non sarebbe la giusta motivazione.