Una vita ad alta velocità scritto da admin 23 Marzo 2008 Essere un’atleta non è semplice, esserlo in un mondo come quello dei motori dominato dagli uomini è ancora più difficile. Eppure per Paola Cazzola, campionessa italiana ed europea di motociclismo, è semplice: basta essere la più veloce. Paola ha vinto molto (due titoli italiani e uno europeo), ha rischiato, tanto, ma è sempre risalita in sella. Determinata a fare sempre meglio ha un sogno: arrivare a gareggiare con gli uomini in tutta parità. Come ti sei avvicinata al mondo delle moto?È stato grazie a mio fratello maggiore. A 14 anni abbiamo comprato una moto da cross in società e da lì ho cominciato. Come ti sei avvicinata al mondo delle corse? È stato quasi un caso. Mi stavo allenando in pista con mio fratello quando si è avvicinato un signore che aveva un team e mi ha proposto di correre per lui. Fin dal primo anno in motocross ho avuto le mie belle soddisfazioni. Ogni anno guadagnavo una posizione fino ad arrivare a vincere. Purtroppo durante le gare ho riportato gravi infortuni, il motocross è uno sport pericoloso. Così alla fine mi sono presa una lunga pausa, tre anni sabbatici. Sono andata a lavorare per due anni ad Hong Kong per un’azienda di computer, poi un altro anno in Thailandia dove ho fatto un po’ di tutto, dall’interprete al volantinaggio, alla barista negli alberghi. Da cosa è nato questo desiderio di fuga?Ho conosciuto questi paesi durante una vacanza e mi sono piaciuti. All’epoca avevo appena finito il liceo, gli infortuni in moto erano stati pesanti e troppi, non lavoravo ancora e così ho deciso di partire. Non avevo niente da perdere né da guadagnare: così mi sono buttata a capofitto in quest’avventura. Ho fatto esperienze uniche, lo rifarei subito. Viaggiare, conoscere paesi nuovi, vivere come loro, venire a contatto con culture diverse mi ha insegnato molto. Ho appreso più cose in quei tre anni che a scuola. Alla fine però sei ritornata in Italia e alle corse Sì, alla fine sì. Rientrata in Italia, ho avuto l’occasione di cimentarmi in una categoria diversa, la supermotard, dove si corre con moto da cross che montano gomme da strada. Arrivando dal cross mi sono sentita a mio agio anche se dovevo gareggiare con gli uomini, visto che di donne nemmeno l’ombra. A Cortina d’Ampezzo ho avuto l’ennesimo brutto incidente che mi ha tenuta ferma per sette mesi. Nel frattempo è arrivata la proposta di correre nel campionato femminile di velocità. Io ero disponibile e poi come si fa a dire di no alla Ducati? Sono entrata nella squadra femminile e ho cominciato la carriera nella velocità. Per me è stata la realizzazione di un sogno. Abbiamo fatto incetta di premi italiani ed europei. Nel 2006 poi ho cambiato team e da allora corro per la Yamaha. Cosa invidi ai tuoi colleghi maschi? Il motociclismo è uno sport a prevalenza maschile, non c’è dubbio. A differenza di noi donne, gli uomini sono più istintivi, riflettono meno e per questo probabilmente sono più veloci. Nel cross il limite fisico fra uomo e donna esiste, è innegabile, ma nella velocità siamo uguali. Stoner (campione del mondo in carica di MotoGP ndr) è alto 1,71 m e pesa 58 chili: come vedi la differenza fisica è annullata. Credo, anzi sono sicura, che tra vent’anni ci saranno anche le donne a correre nei massimi campionati.Una donna che corre in moto: non deve essere sempre stato facile conciliare questo sport con la vita privataVolere è potere. Certo, bisogna fare dei sacrifici, ma ci sono tante donne che lavorano, altre atlete che riescono a ritagliarsi il tempo per la vita privata. Pratico uno sport rischioso, mi sono fatta spesso un gran male e l’adrenalina che sale quando corro è un modo per vincere le paure. Capisco però che non deve essere semplice per chi mi ama guardarmi da fuori mentre rischio, ma fa parte del mio mestiere. Com’è Paola quando non è in pista? Una persona normale direi. Appena posso scappo nei paesi caldi per una bella vacanza. Da settembre ho lasciato il lavoro per dedicarmi solo alle corse e non ho molto tempo libero fra allenamenti in pista, palestra ecc. Nel tempo libero do sfogo alla mia passione per le moto di tutti i generi come le moto d’acqua, ma faccio anche cose normali come uscire con gli amici, andare in montagna. Cosa consigli a chi vuole intraprendere una carriera nel mondo delle corse motociclistiche?Questo è uno sport costoso: costa girare in pista, costano le moto, costano le gomme. A chi vuole iniziare suggerisco di cominciare a risparmiare, a fare sacrifici. Scendete in pista e date libero sfogo alla vostra passione. Sono tante le ragazze che usano il motorino per muoversi: da esperta centaura cosa consigli per muoversi in sicurezza?Sempre e dico sempre mettere il casco. Mai, mai dimenticarlo. Basta una minima distrazione per scivolare. Quando poi si va in moto per strada è meglio avere quattro occhi: bisogna sapere cosa fai tu e cosa fanno gli altri. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?Sto lavorando per raggiungere un obiettivo ambizioso: essere la prima donna a correre in SuperBike. Si tratta di un problema economico: le moto arrivano a costare anche 600mila euro e ci sono anche i costi di mantenimento. Ora sto cercando di risolvere questo problema. Per il futuro mi vedo comunque nel mondo delle corse: non potrei mai abbandonarloÈ appena iniziato il campionato di MotoGP: ci puoi dare il tuo parere da esperta?Fantastico. È stata una gara fantastica. La nuova generazione di piccoli fenomeni è sensazionale. L’unica paura che ho è che con le innovazioni tecniche e le novità la MotoGP finisca per diventare come la Formula 1, bella ma noiosa. Di certo la SuperBike regala molte emozioni, provare per credere!