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The Wall: recensione e commento al programma di Gerry Scotti

scritto da Claudia Lisa Moeller

“The wall” è il nuovo programma preserale in onda su Canale 5 da lunedì a venerdì. A condurre Gerry Scotti, veterano della fascia oraria da anni.

Per chi sogna il ritorno di “Chi vuol essere milionario?” (e prima ancora “Chi vuol essere miliardario?”) o “Passaparola” se ne faccia una ragione e stia lontano da “The wall”. Il preserale di Canale 5 ha virato da qualche anno verso programmi dalle domande demenziali oppure elementari e i concorrenti provinati sembrano incapaci di rispondere anche alle domande più semplici. I programmi TV di cultura generale o anche solo di ragionamento sono ormai dimenticati. Timidamente ci aveva provato Fabio Fazio con il remake (mal riuscito) de “Il rischiatutto”, ma forse ormai la televisione ha deciso di abbracciare una tv di solo puro intrattenimento dimenticando che la tv può anche informare ed educare il pubblico a casa.

Le regole di “The wall” sono semplici. Una palla casca da un muro (the wall), questa finendo in una casella permette di definire la cifra che potranno vincere i concorrenti. I concorrenti, sono sempre una coppia, giocano assieme per le prime domande, poi vengono divisi. Uno dovrà rispondere isolato dallo studio, mentre l’altro dovrà vedendo solo le risposte alla domanda che verrà posta all’altro concorrente scommettere quante palle giocare. Più palle si giocano, più aumentano le possibilità che esse cadendo vadano sulle cifre alte.

“The wall” a parte mischiare una dose di gioco d’azzardo (i giocatori sono invitati a scommettere), non propone nulla di sensazionale se non la caduta delle palle stesse. Il meccanismo del gioco, di fatto, ricalca in tutto e per tutto il gioco della roulette, dove si punta un numero, si scommette e poi si vede dove cade la pallina. Il concorrente in studio può solo intuire quale sarà la domanda, punta e poi gli verrà svelata in studio la domanda che legge il concorrente isolato. In tutto e per tutto è gioco d’azzardo, visto che il giocatore in studio non può nemmeno sapere cosa viene chiesto.

Se la risposta data dal concorrente isolato è sbagliata, non si vince nulla. “The wall” si conclude con un’ultima fase: il montepremi conquistato nel corso della puntata viene messo in discussione. La regia invia al concorrente in isolamento un contratto che propone una cifra diversa da quella accumulata dall’altro giocatore. Questa cifra viene o accettata o rifiutata solo dal concorrente solitario che non sa se ha risposto bene o male alle domande e soprattutto non sa cosa è stato accumulato durante la partita. Nel frattempo in studio, dopo che è partita l’offerta, il concorrente deve vedere sadicamente come le palle cascando diminuiranno i soldi che potrà vincere.

Eccoci, dunque, alla fine di “The wall”: i concorrenti si riuniscono. Ci dobbiamo sorbire anche il solito commento ecumenico e che sta bene con tutto: “Dai, è stata una bella esperienza!” non capendo bene perché stare in isolamento e rispondere a domande casuali dalla geografia alla moda sia un’esperienza da fare nella vita. Dopo la frase di rito dovrà dire il concorrente isolato cosa ha fatto del contratto. In quel momento verrò anche a sapere come è andata la partita e soprattutto quanti soldi sono rimasti. A seconda della risposta del concorrente isolato cambia l’entità della vincita.

Gerry Scotti non manca di lanciarsi in battutine di dubbio gusto tutte inerenti alle gonadi maschili. Ciò rende il gioco, che già non è particolarmente entusiasmante, tedioso e petulante come quei ragazzini che non sanno trattenere le risate sentendo parole allusive.

Voto a “The wall”? 5: noioso, poco interessante e soprattutto non si capisce perché dovremmo guardare una partita alla roulette in tv.

E tu cosa ne pensi di “The Wall”?

P.S. Inoltre mi è venuto un dubbio. Durante una puntata una coppia di giocatori dalla moderata differenza di età ha giocato. Essi sono stati presentati non come coppia, ma come parenti. Da un po’ di dettagli veniva il dubbio che le cose stessero diversamente, dunque il mio sospetto è stato: non è che la rete Mediaset per compiacere un certo pubblico abbia censurato le relazioni per garantire l’immagine della sacra famiglia? Sì al gioco d’azzardo, ma no alle famiglie “diverse”?