Superi 50 giorni di assenza? Niente maturità scritto da admin 19 Giugno 2011 Cari amici, anche oggi vi sottoponiamo un argomento su cui potrete esprimere la vostra opinione dato che sicuramente vi sta a cuore. E’ giusto secondo voi promuovere o ammettere agli esami chi ha collezionato più di 50 giorni di assenza? Quali assenze sono giustificabili? A chi tocca stabilirlo? Normativa ad personam o utile rimedio contro l’assenteismo? Ricordiamo che questa norma fa parte delle novità introdotte dal ministro dell’istruzione, Maria Stella Gelmini, per l’anno scolastico 2010/2011. In sostanza, a prescindere dalla media dei voti, chiunque si assenti dalle lezioni per piò di 50 giorni non avrà nessuna speranza di essere promosso. E’ giusto puntualizzare che si tratta di quasi due mesi di “vacanza” (50 ore su 250/300) e che spesso chi non frequenta le lezioni ha anche un curriculum scolastico fitto di insufficienze. Ovviamente è compito degli studenti andare a scuola, altrimenti gli insegnanti si troverebbero ad insegnare ad un’ aula vuota. Non è nemmeno concepibile che chi non è stato mai a casa si prende maggio e giugno di “ferie” sapendo che ormai con i giorni di presenza è a posto. Insomma la maturità degli alunni sta anche nel non approfittarsi di situazioni che consentano loro di stare in panciolle. Fatta questa doverosa premessa ci si chiede quali siano i motivi che spingono i ragazzi a stare a casa. Una malattia certamente non dipende dalla volontà dell’individuo, e , se nonostante gravi problemi di salute si riesce a mantenere una buona media di voti non si capisce perché la promozione debba essere negata. Anche i motivi sportivi rappresentano un valido giustificativo. Chi pratica sport a livello agonistico potrebbe avere bisogno di prendersi dei giorni per partecipare a gare o competizioni e se riesce nonostante questo ad avere voti sufficienti non si capisce perché debba rinunciare alla proprio carriera scolastica. Qualcuno potrebbe avere dei disagi personali, non trovarsi bene con la classe, non sentirsi all’altezza del piano di studi, aver problemi in famiglia che gli tolgono la concentrazione. In questo caso allora sarebbe meglio convocare i genitori e parlarne a quattr’occhi prima di punire l’alunno. Veniamo alla dota dolente: i motivi “politici” sono ammessi? Scioperi, occupazioni e autogestioni devono essere contati nel monte ore? Se uno studente scende in piazza per protestare perché sente leso il proprio diritto allo studio deve farlo consapevole che sta automaticamente rischiando la bocciatura? Può essere che questa manovra contro gli assenteisti in realtà sia solo un’abile mezzo coercitivo per impedire agli studenti di manifestare? Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi La normativa c’è ma dato che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi la sua attuazione viene affidata ai Consigli d’istituto. La Rete degli Studenti dichiara che “20 mila ragazzi delle scuole medie superiori sono a rischio bocciatura per aver superato i 50 giorni di assenza”. Che fare allora? Come comportarsi? Molti studenti sono convinti che la Gelmini gli voglia far loro pagare l’”autunno caldo”, noi vi chiediamo di farci sapere se la pensate allo stesso modo o se ritenete giusto che chi snobba la scuola per così tanti giorni perda il diritto di essere promosso.