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Stranger Things 4: i mostri più spaventosi sono dentro di noi

scritto da Federica Marcucci
stranger things 4

Dopo tre anni Stranger Things 4 ci riporta a Hawkins (e non solo) con un’avventura più dark in cui, per la prima volta, i protagonisti saranno costretti a fronteggiare i mostri che fanno più paura. Quelli che si trovano dentro di loro.

Guarda la nostra intervista a Gaten Matarazzo e Priah Ferguson

Disponibile dal 27 maggio su Netflix con i primi sei episodi, Stranger Things 4 si concluderà il 1 luglio con la seconda trance della stagione. La serie vede il ritorno di Winona Ryder (Joyce Byers), David Harbour (Jim Hopper), Millie Bobby Brown (Eleven), Finn Wolfhard (Mike Wheeler), Gaten Matarazzo (Dustin Henderson), Caleb McLaughlin (Lucas Sinclair), Noah Schnapp (Will Byers), Sadie Sink (Max Mayfield), Natalia Dyer (Nancy Wheeler), Charlie Heaton (Jonathan Byers), Joe Keery (Steve Harrington), Maya Hawke (Robin Buckley), Priah Ferguson (Erica Sinclair).

Insieme a loro anche Jamie Campbell Bower (Peter Ballard), Joseph Quinn (Eddie Munson), Eduardo Franco (Argyle).

È tempo di crescere…

A seguito della battaglia di Starcourt molte cose sono cambiate per i protagonisti, i quali sono catapultati al liceo alla ricerca di un nuovo equilibrio e di una possibile tranquillità. Le dinamiche sono cambiate tra loro e la lontananza, sia fisica che mentale, si fa sentire sempre di più.

Will e soprattutto Undici non si sono mai realmente integrati in California, così come Max si è chiusa in se stessa a seguito della morte di Billy e Lucas ricerca nuove dinamiche di gruppo nella squadra di basket.

Stranger Things 4_ trailer

Tutto, sin dalle prime battute di Stranger Things 4, lascia intendere che il tempo dell’infanzia è finito e una nuova maturità si sta affacciando nella vita dei protagonisti. Una maturità che li porterà a confrontarsi con uno spirito del tutto diverso alle avventure che li aspettano. Delle sfide che, per la prima volta, saranno costretti ad affrontare divisi e lontani: quasi come se il Sottosopra fosse il riflesso delle loro paure interiori.

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Demoni interiori

Non è un caso che la grande tematica di questi primi sei episodi di Stranger Things 4 riguardi il fatto che, per la prima volta, i mostri da sconfiggere non sono all’esterno ma dentro ognuno dei protagonisti. Tra paure, mancanze e traumi ogni personaggio si fa portatore di un bagaglio che, ora più che mai, si fa più dark e spaventoso per ricordarci da una parte le fragilità che ci rendono umani, e dall’altra la possibilità di sconfiggerle grazie a degli sprazzi di bellezza e amore.

In questa dinamica i fratelli Duffer fanno giocare un ruolo chiave alla musica, ma in modo completamente diverso rispetto a quanto era avvenuto alla fine della terza stagione con l’ormai celebre duetto di Never Ending Story di Dustin e Suzie. Mentre in quel momento la musica entrava nella narrazione come momento giocoso, quasi per smorzare un’atmosfera troppo pesante per dei ragazzini, in Stranger Things 4 è tutto diverso.

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Dalla classica Dream a Little Dream of Me alla hit di Kate Bush del 1985 Running Up That Hill destinata a diventare il simbolo di questa stagione (in quanti avevano notato la spilla con il viso della cantante sulla giacca di Winona Ryder in occasione dell’anteprima?!), la musica è un modo per restare aggrappati alla realtà e per salvarsi da quello che ci fa più paura per poter riapprezzare davvero quello che circonda senza timore. Magari con l’aiuto delle persone della nostra vita.

Ascolta qui Running Up That Hill

A questo proposito è impossibile non pensare a Max la cui storyline racchiude alla perfezione il concetto. Prima nascondiglio poi arma, le cuffie diventano per lei il mezzo per superare il suo lutto, i suoi traumi e le sue paure con l’aiuto dei suoi amici.

Un concetto interessante, quello della musica come rifugio e arma, che viene espresso in un modo semplice e originale, ma tale da poter far ripensare a chiunque alla propria esperienza. Perché chiunque, almeno una volta nella sua vita, si è rifugiato in una canzone per sfuggire a incubi più o meno reali.

Per quanto riguarda gli incubi, ancora una volta le citazioni si sprecano. Ci sono Stephen King, Wes Craven e ovviamente Carpenter, ma il tutto rielaborato per dare vita a un mix nuovo scritto con cura e caratterizzato da un ritmo che tiene con il fiato sospeso fino all’ultimo (lunghissimo) episodio.

Per il resto non ci resta che aspettare il 1 luglio per tornare nel Sottosopra!