Spotify: le vergognose polemiche degli utenti con l’account craccato scritto da Alberto Muraro 9 Marzo 2018 Spotify, come già vi avevamo raccontato su GingerGeneration.it, ha deciso di mettere fine, una volta per tutte, all’utilizzo illecito della sua piattaforma. Come di certo avrete già letto, l’app nata in Svezia ha infatti deciso di bloccare tutti gli account degli utenti che utilizzavano la versione craccata di Spotify. Utilizzando i cosiddetti apk (questo discorso vale soprattutto per Android) erano infatti in tantissimi ad essere riusciti a bypassare le limitazioni dell’account gratuito, usufruendo di tutti i vantaggi del Premium. Tutto questo, ovviamente, senza pagare un euro. Resisi conto dell’inconveniente, se così lo possiamo chiamare, sono stati a decine gli utenti che hanno messo mano ai social per lamentarsi (avete letto bene) dell’accaduto. Proprio così: ci sono state davvero persone che si sono imbufalite contro Spotify, “reo” di avere imposto loro un account a pagamento o, in alternativa, con limitazioni. Ah quindi voi mi bloccate spotify craccato? E io torno a scaricare la musica da youtube e a mettermela sul telefono perché la vostra pubblicità non la voglio sentire e 10€ per la versione premium manco per il cazzo che li pago adios — Giada~✨ (@xseloueh) March 7, 2018 Qui sotto una lista dei commenti più incredibili, già apparsa su alcuni siti come Rolling Stone. #Spotify ha bloccato le versioni premium craccate.Alcuni commenti degli user italiani su facebook la dicono lunga pic.twitter.com/gBwebGCIbX — enzoⓂ️azza (@enzomazza) March 8, 2018 Quanto accaduto è gravissimo, sono vari punti di vista. In prima battuta, ci sono state effettivamente decine di utenti che hanno candidamente ammesso sui social di avere utilizzato per diverso tempo una versione illegale di Spotify. Ma non solo: in tantissimi hanno persino avuto il coraggio di aver da ridire sul fatto che un’opera artistica, come appunto la musica, possa essere a pagamento. Come se gli artisti (che già con questa piattaforma guadagnano pochissimo) non avessero il diritto di avere dei ricavi dal frutto del loro lavoro. Spotify Premium, ricordiamo a tutti, è un servizio e come tale deve essere pagato. La piattaforma, in ogni caso, non è un bene di prima necessità. In qualunque caso, è a disposizione per tutti una versione gratuita che impone come unico limite l’ascolto di pubblicità e l’impossibilità di skippare i brani e ascoltarli offline. Tutti sacrifici, ovviamente, che chiunque può permettersi di accettare senza problemi. Il caso sollevato da Spotify, in ogni caso, fa affiorare (particolarmente in Italia) un inquietante panorama dove in molti pensano che tutto sia loro dovuto. Attenzione spoiler: non è affatto così. Che cosa ne pensate di quanto accaduto agli utenti Spotify?