Sport e COVID-19: chi può continuare a praticare sport? scritto da Claudia Lisa Moeller 19 Ottobre 2020 Il Premier Giuseppe Conte nell’attesissima conferenza stampa di ieri sera ha di fatto rimandato la decisione se chiudere o meno le palestre e piscine di una settimana. Da ieri sera sono vietati gli sport da contatto, es. pallavolo o basket, a livello dilettantistico. Ovvero se vi vedete con gli amici giù al campetto locale per una partita a pallone, non si può più fare. Se, però, vi allenate in una squadra riconosciuta, allora potete continuare a giocare. Se, ancora, vi allenate da soli a livello dilettantistico, potete continuare a farlo (es. sci o corsa). Sono girate indiscrezioni e tanti possibili scenari su cosa accadrà tra sette giorni. L’unica cosa che ieri il Premier Conte avrebbe accennato riguarda i professionisti. Sì, ma chi sono? E quella voce che girava sull’agonismo? E le rassicurazioni del Ministro Spadafora sui dilettanti? Bisogna prima fare chiarezza su alcuni termini. La prima coppia di vocaboli da chiarire è dilettante/professionista. Dilettante, colui o colei che pratica uno sport senza ricevere compenso. Questo termine non ha nulla a che vedere con la frequenza di allenamento o con il livello dell’atleta. Professionista, colui o colei che percepisce uno stipendio per lo sport che pratica. Es. calciatori. Quest’estate il Ministro Spadafora ha richiesto alle Federazioni italiane di cambiare i propri statuti per includere sempre più atleti in questa categoria. C’è poi la coppia di termini agonista/amatoriale. Agonista, colui o colei che si allena con costanza, partecipa a gare o incontri regolarmente e fa parte di una Federazione o Ente riconosciuto dal CONI. Chi pratica uno sport a livello agonistico deve presentare un certificato medico sportivo (di tipo A o B a seconda dello sport) prima di iniziare l’attività. Ogni sport poi ha le proprie categorie per età: c’è chi considera “seniores” a 22 anni come la FIDAL o la FIN che considera “master” chi ha più di 25 anni. Amatoriale, colui o colei che pratica lo sport per mantenersi in salute psico-fisica. Può essere tesserato nell’Ente o Federazione in un’apposita categoria, vedere i cicloturisti, oppure non esserlo affatto. In genere per praticare lo sport che interessa bisogna portare un ECG a riposo e una visita medica. Ogni Federazione ha le proprie regole e categorie interne. Si complica la distinzione tra agonistico e non agonistico, perché ci sono sport che non prevedono affatto questa differenza. Ciò rende anche molto difficile parlare in generale. Con il DPCM del 9 marzo scorso è stato dato dal governo la definizione anche di “atleta di interesse nazionale”. Ogni Federazione aveva i propri parametri per definire l’atleta agonistico che aveva totalizzato un certo punteggio nelle gare riconosciute così da poter continuare ad allenarsi. Tornando alla prima domanda: se chiudessero le palestre, chi potrà ancora allenarsi? Solo i professionisti? Se fosse vera questa ipotesi, sarebbero davvero in pochi a poter ancora continuare ad allenarsi. Girava anche la voce che potrebbe rimanere l’agonismo. Va, però, considerato il fattore economico. L’amatoriale che nuota per i fatti suoi la mattina presto o le signore che fanno acquagym permettono ad una piscina di sopravvivere economicamente. Chiudere ai dilettanti amatoriali o a chi fa un po’ di movimento porta alla chiusura di molti centri sportivi. E tu a che livello pratichi il tuo sport preferito?