Riverdale – 1×03: recensione di Chapter Three: Body Double scritto da Paola Pirotti 11 Febbraio 2017 Se credevate che a tutto c’è un limite – anche al trash – Riverdale è pronto a smentirvi. Credetemi, essere capaci di creare una serie così piena di cliché e assurdità costringendovi a guardarla perché c’è qualcosa dentro di voi che prova piacere, è una qualità da non sottovalutare. Riverdale è un guilty pleasure. Lo amerete per quello che è, per qualche minuto potreste anche vergognarvi di questo amore, ma poi passerà in secondo piano. Esattamente sotto la dicitura “Archie-Andrews-Senza-Maglietta”. Il terzo episodio della serie mistery di CW riprende esattamente da dov’era finito il precedente. Negli ultimi minuti eravamo rimasti elettrizzati dal colpo di scena: Jason Blossom è morto una settimana dopo la sua presunta scomparsa. Sua sorella, Cheryl, quindi, ha mentito. Cos’è successo veramente il 4 Luglio? Quello che sappiamo è che quel giorno c’è stato uno sparo. L’hanno sentito Cheryl e Jason, come l’hanno sentito Archie e la professoressa Grundy. Ma non è lo sparo che ha ucciso Jason, a quanto pare. Nonostante questi dubbi, l’episodio si dedica a più linee narrative. Da un lato abbiamo Jughead, imbarcato nel tentativo di indagare sulla morte di Jason. Ready to uncover a mystery? #Riverdale starts NOW on The CW. pic.twitter.com/t7NuFMVQa8 — Riverdale (@CW_Riverdale) 10 febbraio 2017 Dall’altro abbiamo Veronica e la sua prima brutta esperienza con la cattiveria degli sbruffoni di Riverdale. Dopo aver passato una bella serata con un giocatore di football, la ragazza di città scopre che “più bello è fuori, più marcio è dentro”. È il più figo tra i fighi. Ed è il figlio del coach. A Riverdale è come uscire con un Kennedy. In modo semplice e senza troppa profondità, Riverdale decide di affrontare l’evidente problema dello slut-shaming – quell’orrendo fenomeno che umilia qualunque ragazza sia libera sessualmente e non solo. Momenti di solidarietà femminile e di femminismo in generale, non fanno mai male in una serie per teenagers, credetemi. Fortuna che – come vuole ogni cliché – le ragazze riescano nell’intento di sistemare la cosa. Di notte, ovviamente. Perché nessun teen drama è abbastanza figo se non ha almeno una scena ambientata in piena notte al liceo. Eppure, Riverdale prende i suoi stereotipi e ci gioca consapevolmente. Al fianco di Veronica troviamo Ethel (interpretata dalla Barb di Stranger Things!) e altre ragazze vittime di un sistema tristemente vergognoso. Ma anche Betty e Cheryl. Until next time. ? #Riverdale pic.twitter.com/j3CER2t2ZG — Riverdale (@CW_Riverdale) 10 febbraio 2017 Riverdale prende la brava ragazza (Betty), la nuova ragazza (Veronica) e l’Ape Regina (Cheryl) e le fa collaborare un’unica volta – contro un branco di idioti. Non sono scene che si vedono tutti i giorni, nei teen drama. Infine, c’è Archie e il suo adorabile tentativo di fare musica, sotto la direzione dell’altezzosa Josie. Mettiamo da parte i suoi drammi e concentriamoci sul fatto che il ragazzo è a tratti così ingenuo e naturale che potrebbe finire per farci estrema tenerezza. Certo, ora come ora fa più stupidaggini che altro, ma concediamogli il beneficio del dubbio. Alla fine di “Body Double” possiamo confermare che, come avevamo previsto nella recensione precedente, Betty potrebbe nascondere un lato più oscuro degli altri. L’episodio ci è piaciuto? Più del primo, leggermente meno del secondo. MENZIONE D’ONORE: Mentre le figlie fanno fronte comune e si uniscono per solidarietà femminile, le loro madri si prendono a schiaffi e a insulti da ragazzine? Maturità e finezza ai massimi livelli. Citazione perfetta da teen drama: «Io non seguo le regole, le faccio. E quando è necessario, le infrango.» Cosa succederà nel prossimo episodio? Ecco il promo: Cosa avete pensato del terzo episodio di Riverdale?