Che cosa posso fare per gli altri? scritto da admin 16 Novembre 2014 Alberto è argentino, studente universitario. Si chiede: “Che cosa posso fare per gli altri?”. Ti è mai capitato di farti questa domanda? Secondo me, vivere la fede vuol dire tenere presente Dio in tutto quello che faccio: quando faccio una pizza con i miei amici, quando gioco a calcio, quando studio…, in ogni momento. Un modo concreto di praticare la fede verso gli altri consiste nel lottare per essere un cristiano coerente nell’ambiente in cui mi muovo. Così, la mattina prego un poco e la domenica, siccome sono cristiano, vado a Messa. Poi lotto per comportarmi bene durante la partita di calcio, anche se a volte sbaglio e mi arrabbio con l’arbitro. Quando sbaglio, cerco di ricominciare. Tento di avere unità di vita in tutto ciò che faccio. Mi impegno a servire i miei amici in diversi modi. Ovviamente, mi costa abbastanza. Certe volte sono loro che fanno un favore a me, altre volte sono io che cerco di servirli. Qui stiamo preparando delle pizze per gli amici che questa sera verranno a mangiarle. Penso a come staremo bene tutti insieme. Vale la pena dedicare tante ore all’impasto, perché gli amici lo apprezzano molto e ne godono moltissimo. È un modo pratico di servire gli altri come li serviva Gesù. “Quanto più sarai generoso, per Iddio, tanto più sarai felice” (San Josemaría, Solco, 1 A volte succede che quando ti trovi a casa di un amico tutti stanno attorno alla tavola, e tu ovviamente ti alzi subito per aiutare e tutti ti dicono: “Accidenti, come sei buono!”. Ma quando poi ritorni a casa tua, alla quotidianità, ti costa aiutare a sparecchiare la tavola. D’accordo; anche in queste cose, che forse sono quelle che costano di più, devo impegnarmi per farle bene. Non è vero che il servizio si deve sempre concretizzare in opere? Infatti, certe volte uno vuole servire qualcuno, ma non sa chi. Alcune volte, spinto da san Josemaría, ho avuto modo, insieme con alcuni amici, di far visita a gente malata o che vive sola, in un ospizio. Questo ci sta aiutando moltissimo, perché è un modo concreto di aiutare, ogni fine settimana oppure ogni quindici giorni. Andiamo a visitarli, domandiamo loro come stanno, raccontiamo le nostre gioie e chiediamo come si sentono, che cosa leggono, se sono contenti, se sono tristi…