Music: recensione al nuovo programma di Paolo Bonolis scritto da Claudia Lisa Moeller 19 Gennaio 2017 Music è la nuova trasmissione di Paolo Bonolis su Canale 5, ogni mercoledì, alle 21.15. C’è una questione preliminare da chiarire quando si parla di Paolo Bonolis. Potrebbe anche condurre la messa domenicale dal Vaticano, sarebbe sempre uno show di Paolo Bonolis. La sua capacità primaria è storpiare ogni contenuto a favore dei propri, ovvero un minimondo grottesco degno alla Toulouse Lautrec che sberleffa chi prende parte al programma e soprattutto chi la guarda questa roba. Il disprezzo di Bonolis per chi davanti la tv si incretinisce è palese. Anzi. Ne ha fatto una virtù della sua televisione: se volete qualcosa di esageratamente stupido, io ve lo darò. Dunque Paolo Bonolis quando propone un suo show, propone sempre lo stesso. Da Ciao Darwin (mio adoratissima trasmissione prima che il trash diventasse di moda) a Avanti un altro!. Unica eccezione fu Il senso della vita, in cui Bonolis ci provò davvero a fare sul serio. Davvero, ci credetti almeno io, pensava di fare un programma che non aveva nessuna intenzione di irridere. Anzi voleva essere serio, pacato, profondo, toccante. Leggi anche: Benji e Fede ospiti di Music su Canale 5 cantano Thinking out loud e Vorrei: VIDEO! Questa anima di interviste serie, profonde sono la ripresa di quella trasmissione che non ebbe molta fortuna in prima serata. Così sentite un Gerard Depardieu che parla di sé e non viene nemmeno troppo sfottuto. I problemi di non aver provato (Depardieu non capisce i riferimenti a Laurenti, alterego impacciato di Bonolis), non comprende nemmeno molto bene l’italiano (palese la sua faccia costernata alla Cavalcata delle Valchirie usata per i momenti più intimi). Un peccato che non si sia preparata meglio questa intervista. Tra l’altro Bonolis parlava di musica e Depardieu parlava di altro. Il momento canoro di Depardieu è stato misero, cortissimo… e il momento sulle tasse non faceva ridere nessuno. Purtroppo non c’era alcuna satira, ma una triste constatazione dei fatti. Bonolis poi si lancia anche in piccoli momenti didascalici per spiegare i fatti più noti della musica leggera. Music infatti si divide tra interviste a volti noti della musica e non solo e cover di canzoni famose eseguite da personaggi già famosi. Questa forse è la sola nota che a me lascia un po’ perplessa: solo i già famosi accedono al programma, quindi persone sotto i trent’anni sarà difficile che le vediate. Se non i soliti noti dai talent. Eccezionali, ancora di più, il duo amatissimo Benji e Fede. Un po’ rigido Paolo Bonolis con loro. Infatti è sempre pronto alla battutaccia e alla malignità, nel caso dei duo si è bloccato perché le fan di Benji & Fede (come riconosce Bonolis) sono tutte “da codice penale”. Un po’ un peccato che non si è sviluppato altro con il duo che in tv non è la prima volta che appare e ancora non riesce a sviluppare del tutto la loro presenza scenica. Deliziosa la cover di Cesare Cremonini, o meglio dei fu Lunapop, da parte di Fede che ha anche la stessa parlata del cantante dell’Emilia Romagna. Infatti a Music i cantanti non devono solo cantare i loro più famosi brani, ma devono anche cimentarsi in cover nuove che sicuramente incita di più il pubblico a seguire di più la trasmissione. Da un lato perché i fan possono sentire del materiale “inedito” e dall’altro perché anche per i non fan possono conoscere cantanti con canzoni “vecchie”. Ho sentimenti divisi e contraddittori sulla versione rockettara di Il pescatore di Piero Pelù, tentativo originale di rivisitare il santissimo Faber. Forse non ho visto bene io, ma mi sembra che la moglie di Bonolis (sua aiutante fidata nel retro delle quinte) sia stata più volte inquadrata nella trasmissione. Domanda: inquadrata perché unica che rideva a molte delle battute non spiritose? Voto? 7+. Bonolis cerca questa volta di limitare il suo minimondo per portare in onda uno show pensato davvero per tutte le famiglie. Uno show da prima serata con momenti non solo goliardici. La resa è delle volte molto discutibile, in quanto (come nell’esempio di Depardieu) sembra che a differenza dei vecchi show della vecchia generalista ci siano state molte poche prove dietro. Dopo Mika e il suo successo su RAI 2 si è pensato bene di riportare in vita un certo modo di fare televisione… peccato senza investire tempo e soldi a sufficienza. Inoltre lo studio e la scenografia, solo di colore rosso, era troppo simile a quello di Fiorello Il più grande spettacolo dopo il Weekend. Unico vero spettacolo degli ultimi anni da varietà vero e proprio. E tu cosa ne pensi di Music di Paolo Bonolis?