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Michele Bravi: audio, testo e significato di La promessa dell’alba

scritto da Giovanna Codella
michele bravi la geografia del buio

Testo e significato di La promessa dell’alba di Michele Bravi: ecco una delle nuove canzoni del cantante di Città di Castello, che tra gli autori porta la firma di Federica Abbate.

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Michele Bravi è tornato. Esce oggi in tutte le piattaforme di streaming e negli online store La geografia del buio, il suo nuovo album.

Per poter superare un trauma, è innanzitutto necessario che qualcuno assicuri che ciò è possibile. Il buio deve avere un posto dentro ciascuno, come i mobili dentro una casa. Per riuscire a muoversi nel proprio ambiente, bisogna trovare il giusto spazio al dolore, senza che questo prevalga su tutto il resto.

Ho sempre pensato che il silenzio avesse il suono corrosivo di una “U” metallica, una frequenza insistente e claustrofobica. Un silenzio che ha un corpo, uno spessore, una consistenza.Come una sciarpa di lana pungente aggrovigliata tutta intorno al viso. Saper distinguere e ascoltare, in mezzo a quell’assordante vuoto, la promessa che l’alba ci suggerisce tutti i giorni (“il nero si scambia con la luce della mattina”) è la forma di orientamento più grande per gestire il buio.

Testo La promessa dell’alba di Michele Bravi

La geografia del buio
È una stanza dipinta di nero
Un mare d’ansia dove annega il pensiero
Io ti parlavo ma in realtà̀ non c’ero
La geografia del buio
I consigli poi ti servono a zero
Fino a che il falso si sovrappone al vero
Fino a che il piombo copre tutto il cielo
Ed è facile caderci dentro
Più̀ di quello che pensi
Basta un movimento
Sbagliato
Per toglierti il fiato
È come camminare nel labirinto bendato
Senza trovare l’uscita
Cercare di dare una spiegazione a tutto in questa vita
Che alla fine per intero non può̀ essere capita
Ma poi
La promessa dell’alba
Si fa più̀ vicina
E il buio si scambia con la luce della mattina
Fra noi
L’ansia che diventa adrenalina
Il nero che si trasforma in acqua marina
La nebbia si dirada
E si intravede la riva
E mi dicevi tutto passa
Io ti chiedevo “Quando passa davvero?”
E non è uscito ancora il binario del treno
Per portarci via da questo peso
E io che non ricordo più̀ la leggerezza
Di un discorso scemo
Di ridere per niente
Di fregarmene un po’ meno
Di vedere ancora questo bicchiere un po’ più̀ pieno
Perché́ è pericoloso, sai, parlare del futuro
Come quando splende il sole e dopo viene giù̀ un diluvio
Perché́ non basterebbero cent’anni di studio
Per orientarsi nella geografia del buio
Ma poi
La promessa dell’alba
Si fa più̀ vicina
E il buio si scalda con la luce della mattina
Fra noi
L’ansia che diventa adrenalina
Il nero che si trasforma in acqua marina
La nebbia si dirada
E si intravede la riva
E non è un caso
E non è colpa mia
Che la materia che si studia meno a scuola
È la geografia
E non è un caso
E non è colpa mia
Che la materia che poi si conosce meno
È la geografia