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Martino Corti in tour a Milano con i suoi Monologhi Pop

scritto da Laura Boni

Continua il Viaggio negli Spazi Live Tour di Martino Corti per promuovere il suo nuovo album Le cose non contano nulla edito dalla neonata etichetta indipendente Cimice di Camilla Salerno. Il tour si articola in una serie di location milanesi “alternative”, spesso suggestive e poco abituate a ospitare spettacoli musicali: gallerie, locali, piccoli e grandi teatri, ma anche esercizi commerciali e centri di meditazione. Alla sua seconda produzione discografica dopo Stare Qui, l’album d’esordio nato dalla collaborazione con Sandro Mussida e Non ho l’età (l’etichetta discografica di Mara Maionchi), e dopo aver accompagnato in tour per tutto il 2010 i Nomadi, Martino Corti propone al pubblico uno spettacolo che si ispira alla tradizione del Teatro Canzone, di cui il più grande interprete è stato Giorgio Gaber.

Monologhi Pop è il termine coniato dal cantautore e da Camilla Salerno per indicare il suo mondo artistico: le sue canzoni, legate tra loro attraverso monologhi ironici, divertenti e allo stesso tempo profondi e commoventi, raccontano aspetti della vita di tutti i giorni. “Dalle assurdità che accadono durante una banale spesa al supermercato ad una storia d’amore finita male (era davvero amore?), dalla perenne ricerca di qualcosa e di se stessi fino all’uso dell’inglese al giorno d’oggi” spiega Martino Corti. Ginger Generation ha incontrato Martino Corti per farsi raccontare i suo progetti futuri, il suo tour e cosa sta succedendo, secondo lui, nel mondo della musica:

1.     Da dove nasce l’idea di fare un tour in luoghi particolari e intimi? Non è meglio un locale tradizionale?

Abbiamo trovato e continuiamo a cercare spazi dove il pubblico possa essere completamente coinvolto e quindi vivere al 100% lo spettacolo di monologhi pop “Le cose non contano nulla”..In un locale tradizionale, dove la gente va per bere una birra e fare due chiacchiere con gli amici magari con un sottofondo musicale, questo spettacolo non avrebbe senso..Mi tirerebbero le birre come in Blues Brothers.. e avrebbero ragione!

2.     Il tuo cd – uscito qualche giorno fa – contiene canzoni e anche monologhi, come mai questa scelta? Non ti pare troppo strana?

Finalmente ho trovato il modo di condividere il mio “pieno” dopo una sorta di limbo artistico in cui stavo cercando di capire “cosa fare da grande”..Il termine che riassume questo mondo é appunto monologhi pop, nient’altro che l’unione di canzoni e monologhi ironici e allo stesso tempo profondi..L’idea é quella di far sorridere, ridere, ma parlando in profondità condividendo il mio viaggio, che in qualche modo assomiglia al vostro..Il cd non é altro che lo spettacolo su un disco.. Credo che oggi fare cose “strane” sia un punto di forza.

3.     Prima di iniziare a lavorare con Cimice, facevi parte della “scuderia Maionchi”. Pensi di aver fatto un passo indietro o solo di aver preso una direzione diversa? Meglio Mara o Camilla? 🙂

Non capisco perché tra le opzioni non ci sia “un passo in avanti”..! 🙂

4.     Ci racconti un po’ il tuo percorso musicale?

Suono pianoforte e chitarra ma non sono un musicista; scrivo i monologhi, i testi delle canzoni e sempre di più anche la musica, anche se nel disco ci sono molte musiche di Luca Nobis e Luca Marcias, i due bravissimi chitarristi che mi accompagnano in questo viaggio. Nel 2010 é uscito il primo disco “Stare qui”..Consiglio l’ascolto..Se non aveste voglia di ascoltare tutto, almeno le canzoni più particolari: Il capitano, Voi lo volete giusto e Il riposo nell’anima.

Ascolto di tutto, tra i preferiti ci sono Eddie Vedder, Coldplay, Jovanotti e Giorgio Gaber (come vedi, davvero di tutto!)

5.     In una canzone racconti di un amore finito male. La ragazza protagonista è l’emblema della societá moderna? Delusa dal passato e senza grosse speranze del futuro?

No, é l’emblema dell’amore per come viene inteso da quasi tutti noi: una cosa che con l’amore non c’entra proprio nulla. Non mi ritrovo molto nella definizione di “società moderna delusa dal passato e senza grosse speranze nel futuro”..!

6.     Un verso di una canzone recita “una goccia che scava la roccia”. È un invito per i ragazzi di oggi? La costanza premia sempre?

Beh, ognuno può interpretare come vuole..Quello che intendevo io quando ho scritto questo pezzo é che il positivo c’é dovunque: vicino a noi, nelle nostre case, negli occhi che ci circondano, nei sogni, nei progetti, in un sorriso di una persona a caso per strada, nelle speranze di chi fa al posto di parlare e criticare..Tutto questo e tanto altro fa parte di questa goccia che scava la roccia e sentirsi parte di essa fa già stare meglio.

7.     Ci dici perché dovremmo comprare il tuo cd e venire ai tuoi spettacoli?

Sicuramente consiglio di venire ad una delle tappe del “Viaggio negli spazi live tour”..Arrivati all’ottava tappa infatti rispondo a questa domanda condividendo una frase che in molti mi dicono alla fine dello spettacolo guardandomi negli occhi e magari abbracciandomi serenamente e sinceramente: “Grazie, sono stato/a proprio bene”..

8.     Per qualcuno la libertá non è un sogno o un’invenzione. Tu affermi che tra coerenza e macchinine si finisce a pensare di essere qualcosa. Cosa suggerisci: sognare incoerentemente o andare alla ricerca di qualcosa di più concreto, come la macchinina?

Che domanda difficile.. Non lo so ragazzi, io credo che ognuno abbia il proprio viaggio; l’importante é viverlo serenamente.

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