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Maître Gims in concerto al Fabrique di Milano: la recensione di GingerGeneration.it!

scritto da Alberto Muraro

Maître Gims è piombato nel panorama mainstream italiano come un fulmine a ciel sereno: con una sola canzone, l’eccezionale Est-ce que tu m’aimes, è riuscito a conquistare i nostri cuori, spesso relativamente restii alle novità francofone, grazie a sonorità fra il reggae e il rap a cui non siamo abituati e ad una voce profonda e particolarissima, evidentemente nata e cresciuta in Africa.

Nonostante la relativa novità che questo artista rappresenta nel nostro panorama, il concerto di ieri sera al Fabrique di Milano è stato apprezzatissimo dalle decine di rappresentanti del Belpaese presenti, tutti sul pezzo e pronti a ricantare le sue rime spesso molto serrate a memoria, come solo il migliore dei fan potrebbe fare: d’altra parte, è farci prendersi “bene” quando sul palco c’è un artista che ha evidente voglia di far scatenare il pubblico, nonostante l’innegabile barriera linguistica. E i balletti e i coretti ci sono stati, eccome, anche da parte di quei madri e padri che erano venuti ad accompagnare i figli al live di questo fenomeno del rap Made in Congo.

Con la scaletta del concerto, contrariamente a quello che ci saremmo potuti aspettare, Maître Gims si voluto focalizzre principalmente sulle sue vecchie glorie e sui pezzi più orecchiabili della sua recente Pilule Bleue, che GingerGeneration.it ha recensito in tempi non sospetti: il live è stato aperto da Zombie, estratto dal suo disco di debutto Subliminal) e si è dunque sviluppato sulle note di pezzi come Bella, J’me tire, La chute, l’intensa Je te pardonne, la stupenda Brisé e si è poi concluso magistralmente con l’hit che l’ha reso celebre in tutto il mondo, quella Est-ce que tu m’aimes che tutti, proprio tutti, abbiamo cantato perdendo la dignità. Il pubblico, caldissimo, non si è però ritenuto soddisfatto della chiusura dell’africaneggiante Sapés comme jamais e ha chiesto all’artista un bis, arrivato pochissimi secondi dopo la sua uscita di scena.

A Maître Gims adesso mancherebbe solo un bel pezzo in lingua inglese oppure un pezzo più radiofonico per ottenere definitivamente la consacrazione: in questo senso, grazie a pezzi come Habibi o al secondo singolo di Mon coeur avait raison Hasta Luego (entrambi in setlist) l’artista congolese potrebbe fare centro.

C’eravate anche voi al concerto di Maître Gims al Fabrique di Milano?