Luis Sepúlveda: le frasi più celebri de” Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” scritto da Laura Valli 16 Aprile 2020 Questa mattina è venuto a mancare Luis Sepúlveda, lo scrittore cileno autore del celeberrimo libro “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare“, divenuto anche un film d’animazione molto amato dai più piccoli. Di sè stesso diceva: «Sono uno scrittore perché non so fare altro che raccontare storie. Ma sono anche un essere sociale, un individuo che rispetta sé stesso e intende occupare un piccolo posto nel labirinto della storia. Da questo punto di vista, sono il cronista di tutti coloro che giorno dopo giorno vengono ignorati, privati della storia ufficiale, che è sempre quella dei vincitori. Delle mie favole sono sempre protagonisti animali e questo, come accadeva in quelle antiche, ti permette di vedere da lontano il comportamento umano per comprenderlo meglio Noi vogliamo ricordare Luis Sepúlveda con alcune delle frasi più celebri della sua favola più famosa: CLICCA QUI PER LEGGERE GRATIS SU KINDLE TUTTI I LIBRI DI LUIS SEPULVEDA! CLICCA QUI PER ACQUISTARE LA STORIA DELLA GABBIANELLA E DEL GATTO CHE LE INSEGNO’ A VOLARE! “È molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo.” “- Bene, gatto. Ci siamo riusciti – disse sospirando – Sì, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante – miagolò Zorba – Ah sì? E cosa ha capito? – chiese l’umano – Che vola solo chi osa farlo – miagolò Zorba.” “E se è tutto un sogno, che importa. Mi piace e voglio continuare a sognare.” “«Volare mi fa paura» stridette Fortunata alzandosi. «Quando succederà, io sarò accanto a te» miagolò Zorba leccandole la testa.” “Fortunata, ti assicuro che sarai felice, e allora i tuoi sentimenti verso di noi e i nostri verso di te saranno più intensi e più belli, perché sarà l’affetto tra esseri completamente diversi.” “Forse non sa volare con ali d’uccello, ma ad ascoltarlo ho sempre pensato che voli con le parole.” “Miagolare l’idioma degli umani è tabù. Così recitava la legge dei gatti, e non perché loro non avessero interesse a comunicare. Il grosso rischio era nella risposta che avrebbero dato gli umani. Cosa avrebbero fatto con un gatto parlante? Sicuramente lo avrebbero chiuso in una gabbia per sottoporlo a ogni genere di stupidi esami, perché in genere gli umani sono incapaci di accettare che un essere diverso da loro li capisca e cerchi di farsi capire. I gatti sapevano, per esempio, della triste sorte dei delfini, che si erano comportati in modo intelligente con gli umani e così erano stati condannati a fare i pagliacci negli spettacoli acquatici. E sapevano anche delle umiliazioni a cui gli umani sottopongono qualsiasi animale che si mostri intelligente e ricettivo con loro. Per esempio i leoni, i grandifelini, obbligati a vivere dietro le sbarre e a vedersi infilare tra le fauci la testa di un cretino; o i pappagalli, chiusi in gabbia a ripetere sciocchezze. Perciò miagolare nel linguaggio degli umani era un grandissimo rischio per i gatti.” “Nella tua vita avrai molti motivi per esserefelice, uno di questi si chiama acqua, un altro ancora si chiama vento, un altro ancora si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia.” “Disgraziatamente gli umani sono imprevedibili. Spesso con le migliori intenzioni causano i danni peggiori.” Che dire … Luis Sepúlveda sapeva davvero come utilizzare le parole per descrive le diverse sfaccettature dell’animo umano!