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Le specializzazioni del diritto

scritto da admin

Le specializzazioni del diritto

 

Definirsi specializzato per un avvocato era considerato non deontologicamente corretto, poco pertinente rispetto alla professione che ricopre. Dal 14 novembre però questo sarà possibile, grazie al nuovo regolamento sulle specializzazioni degli avvocati introdotto in Gazzetta il due mesi prima, esattamente il 15 settembre. Il decreto ministeriale 144/2015, infatti, introduce ben diciotto specializzazioni che vanno dall’attività dell’avvocato in diritto agrario all’esecuzione forzata, fino all’avvocato in diritto societario e  bancario.

 

– avvocato diritto agrario;

– avvocato diritti reali, di proprietà, delle locazioni e del condominio;

– avvocato diritto dell’ambiente;

– avvocato diritto industriale e delle proprietà intellettuali;

avvocato diritto di famiglia, delle persone e dei minori ( avvocato diritto famiglia Milano, Firenze…);

– avvocato diritto commerciale, della concorrenza e societario;

– avvocato diritto successorio;

– avvocato diritto dell’esecuzione forzata;

– avvocato diritto fallimentare e delle procedure concorsuali;

– avvocato diritto bancario e finanziario;

– avvocato diritto tributario, fiscale e doganale;

– avvocato diritto della navigazione e dei trasporti;

avvocato diritto del lavoro, sindacale, della previdenza e dell’assistenza sociale;

– avvocato diritto dell’Unione europea;

– avvocato diritto internazionale;

– avvocato diritto penale;

– avvocato diritto amministrativo;

– avvocato diritto dell’informatica.

Il regolamento prevede che per ottenere la qualifica di avvocato specialista ci siano due possibili percorsi da intraprendere. Uno passa attraverso la comprovata esperienza nel settore in cui ci si intende specializzare; il secondo invece prevede la frequenza di corsi biennale.

Nel caso in cui l’avvocato richieda un riconoscimento d’ufficio tramite l’esperienza acquisita sul campo, deve essere iscritto ininterrottamente all’albo da almeno 8 anni ed aver esercitato l’attività forense in modo assiduo negli ultimi 5 anni, ovviamente nel campo in cui intenda specializzarsi.

Se invece un avvocato decide di sostituire temporaneamente l’aula del tribunale con quella universitaria, potrà ottenere la qualifica di avvocato specializzato attraverso un percorso di studi della durata di due anni, con annessa prova finale. Il regolamento prevede in questo caso la possibilità di prendere parte a lezioni telematiche a distanza, mentre per la didattica frontale vige il tetto delle 100 ore (50% su un totale di 200 ore da spalmare in due anni), con obbligo di frequenza fissato all’80%. I corsi verranno organizzati dalle Università riconosciute legalmente che, sulle linee guida di una commissione permanente formata da magistrati nominati dal Ministero di Grazia e Giustizia, esperti del Cnf (Consiglio Nazionale Forense) e Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), studieranno i percorsi ed i programmi necessari per formare avvocati di settore.

Indipendentemente dalla strada intrapresa l’avvocato dovrà poi, una volta conseguita la specializzazione, mantenere tale titolo attraverso dimostrazioni. Con cadenza triennale dovrà provare di aver rispettato gli obblighi di formazione permanente, oppure di aver svolto in tribunale almeno 15 incarichi attivi nel campo della sua specializzazione.