Le Luci della centrale Elettrica – Moscerini: audio e testo scritto da Alberto Muraro 7 Marzo 2017 Terra è il titolo del quarto album de Le luci della centrale elettrica, il progetto musicale nato dal genio di Vasco Brondi nel 2007: il disco, pubblicato lo scorso 3 marzo, è un omaggio al pianeta dove ci ritroviamo a vivere, un concept album dallo spiccato sapore folk che concentra in sé infiniti riferimenti culturali e un sound che ci traporta in giro per il mondo, dai Balcani al Medio Oriente passando per l’Africa. Clicca qui per leggere tutti i testi di Terra de Le luci della centrale elettrica! Ecco il testo e l’audio di Moscerini, uno dei brani estratti da Terra di Le luci della centrale elettrica di Vasco Brondi: che ne pensate di questo disco? Testo Vivere in cima ai monti, in mezzo ai campi Morire nei parchi pubblici, come santi Vivere prigionieri nei piani futuri Morire sdraiati tra i papaveri Vivere felici, contenti e poveri Morire senza pensieri, con la febbre alta a Tangeri Vivere tracciabili, nei desideri, nei movimenti Morire come rondini, moscerini, tossicodipendenti E poi dormire da soli Contare i secondi tra i lampi e i tuoni Per cercare di capire quanto sono lontani I bombardamenti e i temporali Vivere solitari in palazzi enormi Morire tranquillo mentre dormi Vivere con un milione di rituali Morire e sentirsi immortali Vivere dalla parte sbagliata delle acque territoriali Morire e generare aurore boreali Vivere con un cuore intermittente Morire, facendo finta di niente Poi camminare da soli Tranquilli nelle piogge torrenziali La finestra del palazzo di fronte tre metri Ma tu vedi orizzonti infiniti Vivere in un seminterrato su una scogliera Morire ma stasera chi se ne frega Vivere insieme tutta la vita Morire che ancora non mi sarai bastata Vivere un milione di cose da immaginarsi Morire a vent’anni, precipitare senza ferirsi Vivere dove gli uragani non fanno vittime Morire e ritrovarti nel deposito delle anime Vivere con guerre in sottofondo Morire in una notte luminosa come il giorno E poi dormire da soli Contare i secondi tra i lampi e i tuoni Per cercare di capire quanto sono lontani I bombardamenti e i temporali Poi camminare da soli Tranquilli nelle piogge torrenziali La finestra del palazzo di fronte tre metri Ma tu vedi orizzonti infiniti