La Regina del dressage scritto da admin 21 Marzo 2008 Vederla volteggiare in pista è un vero piacere: lei e il suo cavallo sono un tutt’uno, un’intesa perfetta, con movimenti fluidi e aggraziati che ammaliano. Valentina Truppa è una vera Regina del dressage, specialità in cui ha conquistato tre Campionati del Mondo nella categoria Juniores, raccogliendo gli applausi da tutto il mondo. Dopo l’ultima vittoria a Francoforte, dove si è riconfermata campionessa, per lei è giunto il momento del salto nella categoria Senior dove si scontrerà con i grandi campioni, in sella all’amatissimo Chablis. Hai chiuso il 2007 in maniera splendida con la vittoria a Francoforte nella World Cup nella categoria Youg Rider, conquistando la terza vittoria ai massimi livelli mondiali. Ci racconti quali sono state le tue emozioni? Francoforte per un under 21 è la meta più ambita. Ci sono i migliori e ciò che è successo a me, vincere tre volte su tre, è unico. Vedere poi i migliori, i campioni del mondo, quelli grandi e sapere che in quel momento tu sei a finaco a loro é speciale. La gara è stata perfetta e il mio super Chablis era in grande forma, non ha sbagliato veramente nulla. Come atleta dell’Arma dei Carabinieri dopo la vittoria di Francoforte, sei stata chiamata direttamene dal Comandante Generale Gen. Gianfranco Siazzu. Cosa hai provato in quell’occasione? La premiazione con il Comandante è stata emozionante e inaspettata e mi ha resa ancora più orgogliosa della mia uniforme. Cosa significa per te il passaggio alla Classe Senior? La vita da senior sarà ancora più dura. Tra i giovani siamo tutti sulla stessa barca, stessa età ed esperienza. Tra i Senior ci sono i mostri sacri e ora sono in mezzo a loro, non sono più in tribuna a guardarli. Il ricordo più bello della tua carriera agonistica. Il ricordo più bello in assoluto direi che è stata la prima medaglia mia e della storia del dressage italiano nel 2004 in Danimarca nella categoria Juniores, con il mio ormai vecchietto ma sempre in forma Don Rico. Erano anni che inseguivo il podio arrivando 4° e 5° e finalmente nel 2004 arrivò. Tuo padre è un personaggio di alto livello nel mondo dell’equitazione e ti ha seguita fin dall’inizio nella costruzione della tua carriera. Quanto è importante il rapporto che hai con lui? Papà è sempre stato il mio istruttore. Quando avevo poco meno di un anno mi faceva sedere in sella davanti a lui e mi portava a galoppare; non camminavo nemmeno ma già stavo in sella. Negli anni mi ha insegnato tutto, non solo ad andare a cavallo. Mi ha fatto capire che ci sono altri atleti che possono essere meglio di me e che da quello devo trarre le motivazioni per migliorare. Parliamo invece del rapporto che hai con il tuo cavallo Chablis. Chablis è Chablis. Lo diciamo tutti a casa. Ho anche altri cavalli altrettanto bravi, tra cui Don Rico che chiamiamo “Sua Maestà” perchè con lui iniziò la mia carriera internazionale. Chablis però, detto invece “il Biondo” per via del mantello sauro chiarissimo, è unico, per le doti (giudici internazionali dicono sia uno dei migliori cinque cavalli al mondo), ma soprattutto per il carattere. É una persona per me, non mi stupirei di arrivare in maneggio un mattino e sentirgli dire “Buongiorno”. Lui pensa, fin troppo a volte, ha i suoi gusti, le sue simpatie e antipatie. A casa ogni tanto fa un po’ il matto, ma in gara non molla un colpo, lo sa che lì non si gioca. Ci racconti una tua giornata tipo? Trascorrio le ie giornate con i cavalli e le mie bravissime allieve. Tutti i giorni da lunedì a domenica, Natale e Pasqua compresi. Sei impegnata al 200%, perchè i cavalli non sono uno sport, sono un modo di vivere. Non puoi dire “Oggi parto per una settimana poi torno e riprendo”. Il cavallo non è una racchetta o una palla. Dopo aver fatto incetta di premi e record nella categoria Young Rider, quali sono i prossimi obiettivi? Ho tanti obiettivi. Avere risultati come amazzone, ma anche da istruttrice. Andare a Londra 2012 e chissà magari un giorno vincere un’Olimpiade. Sognare è stimolante. Quest’anno si terranno ad agosto le Olimpiadi. Come pensi che si comporterà la nostra Nazionale? Pechino la vedo lontana da me. Non vado per una mia scelta: andare allo sbaraglio solo per dire “Io c’ero” non fa parte del mio modo di essere, anche perchè purtroppo ora non vedo l’Italia del dressage competitiva. Dal 2005 sei anche istruttrice. Secondo te quali sono le doti necessarie per essere una brava amazzone? Una brava amazzone deve avere cuore e passione,molta freddezza e umiltà. Ma questo vale per gli atleti di tutte le discipline. Un’amazzone deve essere innamorata del proprio cavallo. E per essere una brava istruttrice? Prima di tutto una brava istruttrice deve essere una brava amazzone. Deve capire e farsi capire dagli allievi: loro devono vedermi come un esempio da seguire. Nel mio caso sono aiutata dal fatto che le mie allieve hanno 2 o 3 anni meno di me ed è più semplice rapportarsi con qualcuno che sa come ci si sente quando ci sono la scuola, le amicizie o i genitori che ti distraggono. Per la tua carriera hai viaggiato in molti paesi. Quale ti ha lasciato il ricordo più bello? Sì, tanti sono i paesi dove sono stati. Adoro la Spagna, ho visto spesso Germania, Austria, Francia e Danimarca: ho dei bei ricordi di ogni nazione che ho visitato. Parliamo un po’ del lato personale di Valentina Truppa. Come ti piace trascorre il tempo libero? Nel mio tempo libero faccio tutto ciò che fa una ragazza di 22 anni: esco con gli amici, vado al cinema, in discoteca, leggo. Peccato che il tempo libero non è molto. Se non avessi intrapreso questa carriera, cosa avresti voluto fare “da grande”? Nonlo so perchè sono nata e cresciuta coi cavalli. Ora come ora posso dire che farei qualcosa che migliori il mondo, qualcosa di concreto e utile, forse in politica, ma seriamente, non solo a parole. Oltre ai tuoi amati cavalli hai altri animali? Ho quattro cani! Due pastori bernesi, Paco e Penelope, ormai vecchiotti, visto che hanno 12 anni. Una Jack Russel, che non manca mai dove c’è un maneggio, di nome Jackie e infine l’ultima arrivata, una specie di terremoto che da sola vale per quattro,Olivia, una bassotta nera classica che fa gli stessi disastri di un alano.