La dipendenza dagli psicofarmaci scritto da admin 7 Febbraio 2008 Perchè si assumono gli psicofarmaciCi sono momenti nella vita in cui rialzarsi da una caduta sembra impossibile, in cui anche il più piccolo ostacolo sembra insormontabile, in cui qualcosa va storto e il cervello inizia a non desiderare altro che l’evasione dal mondo reale. Si sente così il bisogno di qualcosa che aiuti, di una spintarella che permetta di affrontare con serenità le giornate. E si sceglie di chiedere aiuto. Talvolta capita che la sola terapia delle parole basti per se stessa, ma sovente accade che si debba fare anche ricorso, sotto prescrizione medica, ad uno psicofarmaco, che inizialmente può sembrare totalmente innocuo. Lo è infatti, se usato con la testa, altrimenti il passaggio tra il valido aiuto e la dipendenza è assai breve. Un breve passo verso la serenità o un caro prezzo da pagare?Gli psicofarmaci sono un bene prezioso, in quanto costituiscono un valido aiuto se usati consapevolmente e sotto l’attenta valutazione di un medico, l’importante è non calcare troppo la mano. Cosa che purtroppo riesce molto difficile non fare, normalmente. Ci si vota allo psicofarmaco, la nuova divinità che dona luce alla nostra vita, o meglio, che offusca tutto ciò che non piace e ci fa vedere il mondo non per quello che è ma per quello che noi vorremmo che fosse. Ma a che prezzo? Il fio è una vita. Nel senso ampio del termine: talvolta se ne spegne fisicamente una, talvolta invece la stessa sorte tocca psicologicamente ad un’altra, che si isola dalla realtà per vivere in un mondo parallelo dal quale è pressoché impossibile strapparla. Quanti tipi ne esistono e come agiscono sul nostro sistema nervosoSi conoscono comunemente tre diversi tipi di psicofarmaci: gli ansiolitici, gli antidepressivi e i neurolettici. I primi calmano gli stati d’ansia, i secondi cercano di aiutare il paziente a risollevarsi dall’abisso nero in cui si sente inghiottito, e i terzi hanno un potere sedativo. Agiscono modulando le comunicazioni tra le cellule che compongono il nostro sistema nervoso, riuscendo quindi a placare le angosce del paziente. Ma rischiano anche di compromettere l’organismo, se utilizzati in dosi eccessive e per un periodo di tempo prolungato. I danni più gravi però si creano nella mente del dipendente che non riesce a farne a meno. Ma quand’è che, da cari amici e compagni nel lungo cammino di ritorno alla serenità, gli psicofarmaci diventano un nemico, una mania morbosa, un desiderio incolmabile? Un forte amore e un involontario disprezzo per la vitaNel mondo delle celebrità sono molte quelle che hanno visto la loro esistenza deteriorarsi lentamente attraverso la nebbia dei barbiturici: il caso più tristemente noto è quello della divina Marilyn Monroe, stroncata da un cocktail fatale di antidepressivi. E così è anche, purtroppo, nella realtà quotidiana: giovani vite stroncate da una dipendenza fondata solo da un desiderio fortissimo di vita… di una vita migliore che non si è stati capaci di creare. Il problema è però che sovente capita che qualcuno cerchi questa via di fuga da una triste realtà negli psicofarmaci, in quanto "droghe legali" relativamente più facili da reperire rispetto a quelle considerate illegali. Ma bisogna comunque essere determinati, per procurarsi questa "droga": non si ha a che fare con un pusher ma con uno psicologo che deve firmare una ricetta dopo aver rilevato un problema curabile con i farmaci. E fingendo spesso non si convince la persona che si ha di fronte (per fortuna!). Non bisogna mai camminare da soliCome uscirne? Ogni singolo caso è a sé stante. Non c’è una regola fissa. L’importante è avere vicino qualcuno che ci possa aiutare, ma, soprattutto, trovare la forza di chiedere aiuto. L’importante è non rimanere mai soli con se stessi, perché si finisce per crearsi altri problemi inesistenti. L’importante è riuscire di nuovo a credere in qualcosa, anche se purtroppo non sempre ci si riesce. Bisogna riuscire a convincersi, o a farsi convincere, che anche senza gli psicofarmaci la vita può essere affrontata, giorno dopo giorno, un passo alla volta. Non importa quanto brevi siano i passi, ciò che conta è non restare mai fermi, e trovare, se possibile, qualcuno che cammini con noi. E forse sarà possibile ritrovare l’equilibrio e la serenità. ALDAP: Associazione per la Lotta contro la Dipendenza e l’Abuso di PsicofarmaciAssociazione no profit che opera nella zona di Treviso, offrendo consulenza psicologica, neurologica, psichiatrica e legale. Per maggiori informazioni, il sito è alla pagina web http://www.aldap.org, e l’indirizzo e-mail è [email protected]. L’organizzazione tiene incontri aperti ogni secondo e quarto giovedì del mese alle 18.00.