Jojo Rabbit: la recensione del film con Scarlett Johansson candidato agli Oscar scritto da Federica Marcucci 27 Gennaio 2020 C’è una lunga sequenza, in Jojo Rabbit, in cui la Gestapo fa irruzione nella casa del protagonista per un sopralluogo. In quel momento il regista Taika Waititi è riuscito a combinare alla perfezione due elementi che costituiscono lo spirito del film: lo sberleffo comico nei confronti dei fanatici nazisti e il clima di terrore derivante dalla mancanza di libertà. Una favola per tutte le età Raccontato da punto di vista del protagonista Jojo Betzler (Roman Griffin Davis), un bambino di 10 anni fanatico del Führer, Jojo Rabbit è una favola che fa riflettere sul potere malsano di certe ideologie. Soprattutto nei confronti degli outsider, quelli che per timidezza o diversità non riescono ad appartenere a un gruppo. Infatti con il suo fanatismo il piccolo Jojo si sente a suo agio e non ha paura. L’incontro inaspettato con una ragazza ebrea e gli insegnamenti di una mamma coraggiosa (Scarlett Johansson) gli faranno capire il senso della vita, dell’amore e del vero coraggio. Contro tutti i conformismi Grazie al suo tono satirico e buffonesco Jojo Rabbit riesce a essere apprezzato da fasce di pubblico diversissime, suggerendo sempre spunti diversi. Il tema principale del film, tratto a sua volta dal romanzo Come semi d’autunno di Christine Leunens, è quella del conformismo. Come tutti i bambini della sua età Jojo vuole essere accettato, parte di un gruppo. Vuole essere come tutti gli altri. Pure se il modello di riferimento, un Adolf Hitler immaginario interpretato dallo stesso regista, è sbagliato. Il protagonista diventa quindi un simbolo, rappresentando tutti coloro che per paura, viltà o bisogno di appartenenza si allineano a ideologie sbagliate o violente. Si conformano. Un po’ come il protagonista del film di Bertolucci del 1970, Il conformista. Il coraggio di scegliere il bene Jojo Rabbit ricorda però che, in un modo o nell’altro, abbiamo tutti una possibilità di scelta verso la vita e il bene. Qualcosa che può fare paura, ma che sicuramente vale la pena. Nel film questo sentimento è incarnato da Rosie, la mamma di Jojo. Una donna dolce e coraggiosa che Scarlett Johansson ha portato sullo schermo in modo davvero sentito. La sua interpretazione le è valsa infatti la nomination all’Oscar. Musiche e costumi Tra i dettagli che abbiamo apprezzato di più del film ci sono i costumi, per cui il film è stato nominato all’Oscar, perfettamente in linea con la moda del tempo e la colonna sonora. La sequenza finale sulle note di Heroes di David Bowie è uno dei momenti di cinema più belli della stagione. Jojo Rabbit è candidato agli Oscar 2020 nelle seguenti categorie: Miglior Film, Miglior Attrice non Protagonista, Miglior Sceneggiatura non Originale, Miglior Scenografia, Miglior Montaggio e Migliori Costumi. Avete già visto Jojo Rabbit al cinema?