Intervista agli Sheppard, la band australiana di Geronimo scritto da Laura Boni 11 Settembre 2014 A meno che non abbiate vissuto in una caverna per tutta l’estate, non potete non essere ossessionati da Geronimo degli Sheppard; il brano, che ha anticipato l’uscita del disco Bombs Away, in arrivo il 28 Ottobre, ha letteralmente conquistato le radio italiane, trasformando questa band australiana nel fenomeno del momento. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare gli Sheppard a Milano durante la loro prima visita ufficiale nel Nostro Paese e dobbiamo confessarvi che li abbiamo trovati adorabili! La band è formata dai tre fratelli Sheppard, ovvero George, Amy (che per l’occasione sfoggia una chioma blu pazzesca!) e la giovanissima Emma, più Jay Bovino, Michael Butler e Dean Gordon. Come sono nati gli Sheppard? Amy: Dovevo preparare un esame di composizione all’università. Stavo registrando il brano ma mi sono accorta subito che era piuttosto scarico e noioso, così ho chiesto aiuto a George, perché era l’unica persona in casa in quel momento. Ci abbiamo lavorato insieme e il pezzo ha cominciato a funzionare. Abbiamo visto che ci piaceva il modo in cui le nostre voci suonavano insieme e abbiamo iniziato un duo. A quel punto è entrato Jay (Bovino), amico di George e formidabile chitarrista. Registrammo qualcosa come trenta pezzi nel giro di un mese e mezzo, impressionante. Mentre registravamo l’album per intero ci siamo accorti che era necessaria una band vera e propria, completa. Così si è aggiunta Emma, la nostra sorellina, al basso e poi tutti agli altri. Com’è nata Geronimo? George: in un ospedale ovviamente (ride, ndr), scherzo… Nel backstage di uno dei nostri show a Melbourne, io stavo battendo il piede sul pavimento e Jay mi è venuto dietro con la chitarra acustica. Abbiamo capito subito che ne sarebbe nato qualcosa. Il riff di chitarra è venuto fuori spontaneamente, è stato pazzesco. L’abbiamo registrata al volo su uno smartphone, ed era fondamentalmente già pronta. Qualche mese in studio in un paio d’ore l’abbiamo completata. E’ stato molto facile, divertente. Probabilmente la più divertente da scrivere fra tutti i pezzi che abbiamo fatto. Amy: Sì, hai ragione. E’ stato il nostro secondo singolo. Il primo, Let me down easy, andò alla grande in Australia, ma c’erano perplessità sulla band e il timore che fosse uno dei tanti che fanno successo e poi spariscono. Il successo di Geronimo è stato un sollievo, ci ha fatto capire che questa può essere la nostra strada, ha ripagato i nostri sforzi. Molti parlano di “feel -good music” in riferimento alle vostre canzoni, cosa ne pensate? George: Beh siamo molto contenti, penso sia una cosa positiva, è quello che proviamo a fare. Amy: Siamo ragazzi piuttosto felici ed entusiasti, penso che questo alla fine venga fuori nella musica che facciamo. Ci sono un paio di pezzi che suonano magari un po’ più cupi, ma l’attitudine della feel-good music penso sia quella preponderante. Qual è la canzone dell’album a cui siete più legati? George: Per me, Smile Amy: Per me senz’altro The best is yet to come, penso che sia quella che più risuona nella mia testa in questo momento, perchè mi aspetto molto dal futuro. Jay: Quella a cui sono più affezionato è These people, si riferisce ai ragazzi che mi odiavano a scuola e mi screditavano. Emma: Direi The best is yet to come, per gli stessi motivi di Amy circa. Una delle vostre canzoni sarò nella colonna sonora di The Giver, che sta per uscire in Italia, come siete entrati nel progetto? Amy: Recentemente abbiamo firmato con Scooter Braun (manager di Justin Bieber e Ariana Grande, ndr) e lui era molto convolato con la colonna sonora di questo film e ha pensato che quel brano fosse perfetto per il disco; non l’abbiamo scritto apposta per The Giver, ma in futuro ci piacerebbe farlo per una colonna sonora. Guarda il video di Geronimo: