Il sorriso di Daphne scritto da admin 17 Ottobre 2007 Il sorriso di Daphne due tempi di Vittorio Franceschi regia Alessandro D’Alatri con Vittorio Franceschi, Laura Curino, Laura Gambarin musiche Germano Mazzocchetti – scene Matteo Soltanto costumi Carolina Olcese – luci Paolo Mazzi suono Federica Giuliano Uno spettacolo dolceamaro, dove il fascino del racconto teatrale suggestiona ma serve anche quale spunto di riflessione. L’anziano e burbero botanico Vanni, il protagonista, ha trascorso la sua esistenza a classificare piante, lasciandosi però sfuggire il senso vero dell’esistenza e il conforto degli affetti. Geniale, stravagante, lunatico, tenero e cinico, Vanni si impone attraversol’arma dei suoi pungenti aforismi per mascherare l’ansia di riuscire a trovare luogo, composizione e armonia nel libro ideale della natura. La vicenda si svolge in una stanza babilonica, dove egli abita insieme alla sorella Rosa, stanza colma dei libri testimoni silenziosi delle fatiche di studioso di botanica. Una passione sterminata la sua, per la ricerca e le forme di vita vegetali, E proprio questa passione viene premiata con la scoperta di una pianta rarissima, anzi unica, come l’esotica Daphne Giovannina del Borneo. Questa pianta si trasforma in un nodo concettuale nel quale si concentrano timori, apprensioni, amori, speranze, e molto altro. Proprio per questo motivo la pianta viene messa in grande rilievo nella scenografia, grazie ad un interessante gioco di luci che convergono sulla pianta, stilizzata, e che, al termine di ogni atto, viene messa in risalto con musiche suggestive che accrescono il senso di attesa circa il significato della pianta misteriosa. Una pianta, un essere vegetale al centro della scena, quale metafora dello stato vegetale che Vanni si appresta ad assumere, essendo colpito da una malattia degenerativa. La metafora scelta è molto forte e di grande suggestione poetica al tempo stesso, avvalorata dalla scenografia un po’ minacciosa, sicuramente eroica. Lo snodo centrale del racconto è intorno al tema sempre scottante e attuale (basta leggere le pagine di cronaca di questi giorni, con il caso di Eluana) dell’eutanasia: Vanni vorrebbe infatti la “dolce morte” e la chiede, senza esitazione, all’altra donna presente in scena, Sibilla. Sibilla esita, è confusa (ha amato Vanni e forse lo ama ancora) ma, infine, accetta e gli somministra il veleno estratto proprio dalla pianta delle meraviglie. Un complesso groviglio di simbologie, che hanno il merito di far parlare di un problema delicatissimo; lo spettacolo racconta senza dare giudizi, lasciano parlare le emozioni e gli attori che le veicolano, bravissimi nella loro forza e compostezza. In realtà la vera piacevolezza dello spettacolo sta nella forza grandiosa di Vittorio Franceschi, un grandissimo interprete, nella superba interpretazione della sua “spalla” Laura Curino, che, insieme, portano a compimento una commedia divertente e spassosa fatta di battibecchi e screzi trai due fratelli. Spettacolo forte, indubbiamente coraggioso, ma ancor più e soprattutto spettacolo commovente e toccante, capace come pochi di parlare al cuore e di far sorridere allo stesso tempo. Merito della regia di Alessandro D’Alatri, presente ma non eccessivamente invadente. Merito delle affascinanti scene di Matteo Soltanto che ricrea nell’appartamento dei due fratelli quel mondo vegetale di cui si sono nutriti i loro cuori e che costituisce la materia dei loro ricordi. Libri, pareti, scaffali, mobili, un violino. Tutto è legno, tutto sembra morto e tutto continua a vivere in quella luce malata e commossa che filtra oltre il muro. Molto belli gli eleganti effetti ricreati sulla scena della pioggia battente sulle finestre riflesse sulla parete. Pura Poesia. 9-21 ottobre Teatro Leonardo via Ampère 1, ang. piazza Leonardo da Vinci – Milano spettacoli: Martedì / sabato, ore 20.45; domenica ore 16.00 Ingressi: Intero euro 20,00 ridotto euro 13,00 – martedì euro 11,00 Prenotazioni: 02 71.67.91 (11.30/20 martedì/sabato) -02 266.811.66 (15.30/19.30 lunedì/sabato) Info:www.elfo.org [email protected]