Il Re Leone – Il live action: la recensione scritto da Alberto Muraro 12 Luglio 2019 Un sole rosso fuoco si desta sulla savana, In lontananza, le prime note di un cantico africano. Gli animali si radunano sotto alla Rupe dei Re, è l’alba di un nuovo giorno e c’è un piccolo futuro sovrano che attende di essere accolto. Immagini indelebili, che vi riporteranno alla memoria l’intro de Il Re Leone, capolavoro Disney del 1994. Ascolta qui la nostra recensione del film nel podcast: Il 2019, 25 anni dopo, segna il ritorno sul grande schermo del film premio Oscar, un classico intramontabile che ha lasciato un segno indelebile ad un’intera generazione. Questa volta però, Jon Favreau (il regista della pellicola, già autore del remake del Libro della Giungla) ha scelto di rimettere mano al lungometraggio d’animazione trasformandolo in un gioiellino di CGI. Niente più 2D, insomma, ma un intero universo esotico ricreato con la computer grafica. Come sarà andato questo rischioso tentativo? La recensione Il Re Leone è un capolavoro già di per sé. Riuscire a tirare fuori qualcosa di brutto dalla (quasi) perfezione era insomma praticamente impossibile. Jon Favreau non ha osato, per fortuna, attenendosi in modo estremamente fedele all’originale. Simba, Mufasa, Scar, Sarabi, Nala, Timon e Pumba, le iene e tutti i personaggi protagonisti del film originale rivivono nel live action in modo praticamente identico. Quello che arricchisce i loro tratti è la magia di vederli trasformarsi in animali reali, quasi come fossero inseriti in un documentario del National Geographic. L’impatto visivo del live action de Il Re Leone è impressionante ed è uno dei grandi punti di forza del film. L’acqua, la sabbia, la terra, il fuoco, prendono quasi vita nel lungometraggio, a tal punto da farci dimenticare cosa sia reale e cosa sia finzione. Cosa aggiunge, in sostanza, il live action de Il Re Leone rispetto all’originale? Considerato il punto di partenza, le emozioni rimangono immutate. Il brivido che regala L’Amore è nell’aria stanotte, le risate di Hakuna Matata, l’angoscia di Sarò re sono identiche, perlopiù. Quel poco che c’è di diverso nel film, in ogni caso, funziona, eccome. Nel live action de Il Re Leone c’è uno Scar ancora più cupo, ci sono due esilaranti Timon e Pumbaa (una scena, in particolare, vi farà letteralmente sbellicare, ma non spoileriamo) e c’è un branco di iene molto più consapevole delle proprie capacità. Paradossalmente, Simba e Nala, idealmente i due protagonisti, rimangono in disparte, almeno a livello di caratterizzazione. Il doppiaggio italiano La scelta di Marco Mengoni ed Elisa per le voci di Simba e Nala è stata senza ombra di dubbio molto intrigante. Una grossa fetta di pubblico, ed è giusto che sia così, correrà in sala per scoprire come se la sono cavata. In generale, i due artisti (che sanno il fatto loro) sono stati egregi nell’interpretare le canzoni della colonna sonora, niente da dire. A livello di doppiaggio probabilmente avevamo aspettative molto più elevate. Standing ovation, al contrario, per l’interpretazione di Scar (Massimo Popolizio, un indimenticabile Lord Voldemort) e di Timon e Pumbaa (Edoardo Leo e Stefano Fresi). Lo stesso identico discorso vale anche per la loro versione del film in inglese, doppiata rispettivamente dagli attori Chiwetel Ejiofor, Billy Eichner e Seth Rogen. In conclusione Il live action de Il Re Leone è un film stupendo, da vedere, in qualunque caso. Se non avete mai visto la pellicola del 1994 (possibile?) rimarrete a dir poco incantati, dalla storia, dai personaggi e ovviamente dalla sua colonna sonora. Se invece conoscete l’originale a menadito, sarà per voi un delizioso tuffo nel passato. Lunga vita al re! Che cosa vi aspettate dal live action de Il Re Leone?