Il Discorso del Re: Colin Firth intenso e commovente, da Oscar! scritto da Laura Boni 9 Febbraio 2011 Il principe Albert George di Winsor, Bertie per la famiglia, è pronto per fare il suo primo discorso alla nazione. Suo padre Re Giorgio V, l’ha incarcato di parlare alla cerimonia di chiusura dell’Esposizione Universale a Londra: ma le parole non escono. Il principe rimane bloccato da un balbettio totalizzante davanti ad una folla chiusa in un silenzio imbarazzato. Si apre così Il Discorso del Re, film più nominato agli Oscar 2011, che ha già regalato al suo protagonista Colin Firth un Golden Globe come miglior attore. Il regista Tom Hooper porta in sala l’incredibile storia di Re Giorgio VI, Monarca realmente impegnato nell’ardua ricerca della sua voce, Re d’Inghilterra dal 1936 al 1952. Un Sovrano senza voce: Morto Re Giorgio V, e certificata la scandalosa ed egoistica abdicazione al trono di Re Eduardo VIII, suo fratello maggiore, Bertie viene improvvisamente incoronato Re Giorgio VI d’Inghilterra. Un incubo per l’uomo, da sempre in lotta con una forma di balbuzia, per lui ogni parola pronunciata è una sofferenza. La tecnologia ha, purtroppo per lui, fatto evolvere la figura del Sovrano, passato dall’essere semplicemente una ‘figura’ al dover essere anche se non soprattutto una voce, capace di trasmettere forza e saggezza. L’arrivo della radio ha rivoluzionato il mondo, e la Corona inglese non può non stare al passo con i tempi, dialogando direttamente con i propri sudditi. Con il paese sull’orlo della Seconda Guerra Mondiale e disperatamente alla ricerca di un leader, Bertie, ha quindi bisogno di una voce, la sua voce, fino a quel momento traballante. Grazie alla moglie (Helan Bonham Carter), colei che oggi conosciamo come la Regina Madre, incontra Lionel Logue (Geoffrey Rush), logopedista australiano, come metodi singolari e sperimentali. Lionel, attraverso un strampalata terapia fatta di canzoni e parolacce, enra nel profondo dell’esperienza di vita del Sovrano alla ricerca dei disagi che hanno portato alla sua disabilità. Sarà Oscar?! Hooper ha tra le mani una sceneggiatura intelligente e storicamente accurata, senza mai, però, risultare pesante o noiosa; la pellicola riesce perfettamente ad alternare la Storia e con la quotidianità dei vari personaggi, tra battute taglienti e ricche di humor tipicamente british. Il film brilla grazie ad un meraviglioso Colin Firth: il viso contratto, la mascella indurita, gli occhi pieni di paura. L’attore porta in scena un essere umano in guerra con se stesso. Solo e spesso deriso, anche da coloro che ama. Debole ma irascibile. Potente ma ‘nudo’ dinanzi ad un microfono. Scatti d’ira e debolezza si alternano con forza e caparbietà, regalando una prova semplicemente impeccabile. Al suo fianco un altro personaggio ineccepibile, interpretato da un Geoffrey Rush da brividi. Poi nel cast troviamo una regale e pungente Helena Bonham Carter e un sorprendente Timothy Spall, chiamato ad interpretare un ruvido Winston Churcill. Il Discorso del Re è un film intenso, armonioso e commovente, che se non è un capolavoro, ci va molto vicino.