Il club delle babysitter – recensione: Piccoli e grandi sfide adolescenziali scritto da Elisa Baroni 3 Luglio 2020 Da oggi è disponibile su Netflix Il club delle babysitter, ispirata ai libri di Ann Martin che già avevano ispirato una serie negli anni Novanta. Una nuova versione aggiornata per renderla più credibile agli occhi dei ragazzi contemporanei. Dopo il primo episodio siamo stati spinti a continuarla e arrivati alla fine abbiamo un’impressione positiva. Ecco una breve recensione Il club delle babysitter è una serie teen che sa sorprendere e far sorridere senza diventare banale o scontata. Ognuna delle ragazze deve affrontare un qualche tipo di sfida piccola o grande e questo la rende una serie formativa. Ci sono molti temi importanti che vengono affrontati nel corso dei episodi. Kristy nasconde una grande fragilità dietro all’ironia e alla testardaggine. L’assenza del padre la fa soffrire anche se cerca di nasconderlo. Mary Anne deve invece affrontare la sua timidezza per vincere l’insicurezza che da sempre la blocca in molte occasioni. Claudia e Trevor sono i due artisti della serie. La ragazza in particolare deve lottare per essere presa sul serio dalla sua famiglia che la vorrebbe più simile alla sorella Janine e attenta agli studi e non all’arte. Per fortuna, la ragazza ha una nonna che sa sempre rincuorarla e che consente di aprire un’interessante parentesi storica poco nota. Claudia permette alla serie di affrontare con il suo personaggio un tema importante come la malattia e il cyberbullismo. Dawn, l’ultima arrivata nella cittadina, diventa subito amica di Mary Anne e la aiuta a vincere la sua timidezza anche grazie alla sua vita un po’ eccentrica. Sullo sfondo abbiamo anche temi attuali come l’omosessualità. Toni leggeri, temi importanti e un ritmo sempre incalzante rendono Il club delle babysitter una visione più che piacevole. Sicuramente ci sentiamo di consigliarla e aspettiamo aggiornamenti su un eventuale seconda stagione! E voi, avete iniziato o inizierete Il club delle babysitter?