Harry Potter e i doni della morte: il regista David Yates parla del primo film scritto da Laura Boni 22 Ottobre 2010 David Yates è l’uomo dietro gli ultimi tre film di Harry Potter; è il regista più longevo della saga, è , infatti, subentrato dietro la macchina da presa nel 2007 con Harry Potter e l’Ordine della Fenice. Alla prese ora con il progetto più impegnativo della storia del maghetto inglese, Yates ha raccontato alla rivista Total Film i segreti del primo film. Road trip: "La prima parte è un vero e proprio road movie", ha detto il regista,"Ho voluto sottolineare come i protagonisti, personaggi che il pubblico ormai conosce molto bene, si trovino lontani dal loro mondo. Per la prima volta, sono catapultati nel mondo adulto, sono totalmente vulnerabili"; Yates racconta come il trio protagonista, essendo stato cacciato da Hogwarts, dovrà vedersela con un mondo caduto in mano ai mangiamorte e di come sono obbligati a crescere troppo in fretta. Quindi niente Hogwarts? No fino alla fine del secondo film Harry, Ron ed Hermione non si avvicineranno alla scuola e ovviamente questo significherà niente Quidditch, niente lezioni, niente dormitori…"La storia ha un gusto completamente diverso" aggiunge," la gente è abituata al fatto che la trama si snodi tutta in quell’ambiente; il pubblico dovrà entrare nell’ottica che non rivedremo la Sala Grande per almeno altri 8 mesi…". Un film più adulto: Nel film crescono i tumulti introspettivi, si infittiscono gli intrecci amorosi, si accende la battaglia tra Buoni e Cattivi: "E’ un film molto più adulto rispetto a quelli che abbiamo fatto in passato; è molto intenso e trattiamo anche molto il tema della morte". Il cineasta inglese ha anche parlato della sceneggiatura: " Il materiale è sterminato, ma siamo tutti crescuti e siamo pronti ad affrontare questa sfida"; in proposito si è pronunciato anche lo storico produttore David Hayman: "In realtà lo sceneggiatore Steve Kloves mi ha detto che, con tutto il materiale presente nel romanzo, si sarebbero potuti fare addirittura tre film", negando così anche le illazioni che suggeriscono che la divisione in due film sia stata solo per motivi commerciali. L’ultimo pensiero del regista va, però, al suo giovane cast: "La mia (sfida), nei confronti dei giovani protagonisti, è stata spingerli a fare cose sempre nuove, scene d’azione accanto a momenti di vero e proprio humour. Così da poterli lasciare, alla fine della saga, a volare nel mondo con le proprie ali."