Gabriele Cirilli a Tale e Quale fa rivivere Renato Rascel! (video e testo) scritto da Laura Valli 28 Ottobre 2016 La missione impossibile che questa settimana attende Gabriele Cirilli è quella di imitare Renato Rascel, dando vita ad uno splendido ricordo di uno straordinario attore, comico, cantautore e ballerino italiano. Già le scorse settimane Gabriele Cirilli aveva mostrato la sua capacità innata di approcciarsi ai personaggi interiorizzando alcune loro caratteristiche. Nella puntata di venerdì 28 ottobre ha riportato sul palco di Tale e Quale Show un artista poliedrico, che si è affermato nella rivista e nella televisione in banco e nero degli anni Cinquanta. Di seguito potete vedere il video della sua esibizione di Gabriele Cirilli, e leggere il testo di una canzone che ci riporta indietro nel panorama musicale italiano di molti anni, più esattamente nel 1956. Con “Il Piccolo Corazziere” il ricordo di Renato Rascel@GabCirilli #taleequaleshow pic.twitter.com/wPxwTEa8tZ — Tale e Quale Show (@taleequaleshow) 28 ottobre 2016 http://www.raiplay.it/video/2016/10/Gabriele-Cirilli-imita-Renato-Rascel-2dd2344d-8824-46db-a6fc-f87f4fb671ad.html Il piccolo corazziere – testo Mamma ti ricordi quando ero piccoletto, che mi ci voleva la scaletta accanto al letto, come son cresciuto mamma mia devi vedere… figurati che faccio il corazziere Dicono che di crescere non mi dovrò fermare dicono che posso ancor più alto diventare e perciò la sera quando c’è la ritirata mi danno l’acqua come all’insalata Certamente crescerò, ma in attesa mi farò i tacchetti alti un metro e un po’ Quando noi di scorta andiamo appresso a una vettura, noi dobbiamo essere tutti uguali di statura, io perciò cammino tutto dritto appresso al cocchio che i miei compagni marciano in ginocchio Mi ricordo quando ero cadetto a Caianello, eravamo lì che si caianellava del più e del meno, sa, e caianella oggi caianella domani, ma non c’era quell’amalgama sia fittizio che avvocatizio e non disgiunto da quel senso euforico ed assiomatico che distingue gli altri concreti per il senso siderurgico e metallurgico. Eravamo li che facevamo i cadetti, quando viene uno e fa: “Scusino, che, loro fanno i cadetti?” dico “Sì perché?”, dice “Beh, me ne faccia due”. Non l’avesse mai detto! Non l’avrebbe sentito nessuno! Comunque noi continuavamo a fare cadetti e ne facevamo anche parecchi, tanto che la gente passava e diceva: “Ma guarda quelli lì come fanno i cadetti, ma guarda quelli lì come fanno i cadetti!”. La cosa cominciava a prendere un po’ di affumicaticcio tanto che provocò un decreto ministeriale che limitava alla sola domenica il fatto di dire: “Ma guarda quelli lì come fanno i cadetti”. I ragazzi pur tuttavia consci di un effimero destino si limitavano al fatto cauzionale e quindi optavano: “La madre! Il padre!”. Non c’erano, e cominciò a piovere un’acqua ma un’acqua che veniva giù e tutti dicevano: “Almeno andasse in su: ma va!”. Un ingegnere che si trovava presente dice: “La riparo io”, niente da fare, eppure era un ingegnere giovane che aveva raggiunto la meta agognata, l’agognata, ma non dev’essere così, no no. Dice il comandante che farò una gran carriera perché c’ho la spada gli speroni e la panciera per quel piede dolce, saldo il cuor la mano lesta e c’ho sta cassarola sulla testa Quando nella mensa siamo tutti radunati gli altri se ne stanno bene bene accomodati mangiano seduti io soltanto sono quello che mangia in piedi sopra uno sgabello Quando vo per la città tutti esclaman: “Guarda là di quel corazziere se ne vede la metà!” Quando alla rivista andiamo tutti equipaggiati gli altri hanno i cavalli proprio veri e ben piantati io di quei cavalli forse non ne sono degno e c’ho un cavallo a dondolo de legno Se vedi un elmo che cammina solo salutalo e sollevalo dal suolo che sotto mamma mia con gran piacere ci troverai tuo figlio corazziere