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Fun. in concerto all’Alcatraz: “Milano? Uno dei nostri posti preferiti!”

scritto da Alice Ziveri

Avevamo parlato con loro a Maggio (leggi qui l’intervista), e ci avevano rivelato di non stare più nella pelle dalla voglia di iniziare il loro primo tour Europeo.
Giovedì 18 Ottobre 2012 i Fun. sono finalmente tornati a Milano per la loro prima data italiana, all’Alcatraz, e di certo le loro aspettative non sono rimaste deluse! “This is the best it’s ever sounded” dichiara il cantante, con un sorriso da un orecchio all’altro, dopo avere orchestrato un bel coro fra il pubblico. Il concerto è stato esplosivo, l’atmosfera in sala era elettrica e gli stessi Nate, Jack e Andrew sono rimasti a bocca asciutta di fronte al calore del pubblico. A bocca asciutta per modo di dire, perchè la voce perforante (in senso buono) di Nate Ruess funzionava alla perfezione, anche mentre lui saltava come una molla impazzita su e giù per il palco. I tre hanno messo su uno show divertente, coinvolgete e tutto da cantare e ballare, mischiando hit dell’ultimo album Some Nights con vecchi pezzi cult di Aim and Ignite.
Il concerto si è aperto con l’ultimo singolo, Carry On, e si è chiuso proprio con Some Nights, lasciando una bella ventata di contentezza sia sopra che sotto al palco.
Abbiamo incontrato i Fun. all’Alcatraz nel primo pomeriggio: tutti frizzanti e ridanciani, con tutte le fantasie possibili indosso  (ricordiamo calze a pois, maglioncino a righe e scarpe a poligoni vari), ci hanno raccontato le ultime novità. La parlantina non gli manca, quindi vi lasciamo alle loro parole!

Come sta andando il tour Europeo?

Nate: Luuungo. Ma meraviglioso. La prima volta che siamo venuti in Europa è stato a maggio, sei mesi fa, per fare promozione. Il tour è stato pianificato in quel periodo, e ovviamente c’era una sorta di emozione, perchè iniziavamo a vedere tutti i posti dove avremmo suonato. E’ stato come fare una prova generale, ci siamo fatti un’idea di cosa aspettarci ed è servito a prepararci e riscaldarci per i concerti in Europa. Ora ci manca solo una settimana di tour, ed è stato fantastico. Milano era stato uno dei nostri posti preferiti, durante il tour promozionale, e quello di stasera sarà il concerto più grosso. Sarà pazzesco!

Beh, è sold out, lo sapete?

Nate: Ci speravo! E’ veramente il concerto più grosso che abbiamo mai fatto come headliner.
Jack: Lo show più grande che abbiamo fatto era di fronte a 3000 persone, e qui siamo più o meno su quelle dimensioni. Tenendo conto, però, che negli Stati Uniti siamo in giro da 12 anni…

E avete appena aggiunto due date ad Aprile!

Nate: …Ah sì?
Jack: Ah che sorpresa!
Andrew: Non sapevamo che fossero state annunciate, non sapevamo nemmeno che fossero state confermate, e ieri la gente ha iniziato a twittarci “Evviva!! Tornerete qui!!” e non capivamo di cosa parlassero!
Jack: E’ che in questo momento siamo così pieni di impegni che scopriamo le cose insieme ai fan. Magari alcuni la prendono male, ma è solo un’altra dimostrazione del fatto che non siamo diversi dai nostri fan. Per esempio, ho appena scoperto insieme a loro che andremo a Parigi. Nate forse ancora non lo sa.
Nate: Ah sì? Parigi?! (ride) Quindi dov’è che torneremo?

Roma e Bologna

Nate: Bello. E a dire il vero abbiamo anche promesso pubblicamente di andare in Sicilia, un giorno.
Andrew: A dire il vero volevamo anche fare un tour tutto italiano…
Nate: Sì ma quello ce lo siamo detti a cena fra di noi!

Avete incontrato i fan italiani?

Jack: Sì! Sono mooolto calorosi, e secondo me si riesce sempre a capire che piega prenderà il concerto, quando incontri prima i fan. Per esempio: in Germania è stato un bel concerto, ma erano tutti molto… rispettosi, non fuori di testa. E l’avevo capito subito, quando siamo passati di fianco alla fila, perchè la gente ci ha semplicemente salutati. Mentre qui è una specie di pandemonio, tutti vogliono foto, autografi, e ti fa sentire che lo show sarà uno di quelli più belli, con energia alle stelle e entusiasmo al massimo. Che è anche come ci sentiamo noi: non perchè ci chiedono gli autografi, ma perchè sono contenti di essere qui tanto quanto lo siamo noi. Spero di non sbagliarmi.

La vostra è una musica molto eclettica: quali direste che sono le vostre principali influenze?

Nate: Non c’è niente che sia off-limits, parlando di fonti d’ispirazione. Musicalmente partiamo tutti da un suolo comune, che sono i Beatles. Da lì, ognuno di noi prende una diramazione diversa. Jack può suonare una cosa facendo riferimenti che io non conosco, ma magari Andrew li intuisce. Tuttavia io e Andrew abbiamo magari qualche astruso riferimento pop che Jack non capisce. Ma creiamo le nostre connessioni su molti livelli diversi. Alla fine ci siamo detti che una volta in studio l’importante è fare il meglio per la canzone, ma senza soffocare le influenze di ciascuno.

Vi sentite una pop band?

Nate: La parola “pop” ci prende sempre alla sprovvista. Non siamo cresciuti con il pop, siamo cresciuti ascoltando musica alternativa, radio alternative, e facendo concerti alternativi. Le nostre influenze principali vengono dal rock, i nostri sono dei rock show. Quindi il termine “pop”, che ci viene appiccicato di continuo, mi lascia sempre perplesso. Ad un primo impatto quasi mi offende: “No, siamo una rock band!”, mi viene da dire. Ma poi penso che sia assurdo stare qui a parlare di pop o rock: continueremo ad essere noi stessi, e lasceremo che sia questo a definirci.

Dopo avere girato tutto il mondo, pensate di avere raccolto spunti che daranno vita al prossimo album?

Nate: E’ ancora presto. Ma da un punto di vista prettamente testuale, siamo stati circondati da così tante ispirazioni, abbiamo visto così tanti posti diversi… tutti i testi che ho scritto di recente sono basati su questo. Non in maniera diretta. Ma c’è un lato estremamente romantico in quella che è diventata la nostra vita. Svegliarsi ogni mattina in una città diversa. Non sono mai stata una persona promiscua, che va a letto ogni sera con un’altra persona, ma è esattamente così che ci si sente. Il tour Europeo, i viaggi in Giappone e così via… ogni mattina ti sveglio con qualcosa di nuovo, e non riesci a capire come ci sei arrivato.

Siete sempre stati molto attivi sul fronte dei diritti della comunità LGBTQ, e da poco avete lanciato la Ally Coalition. Volete parlarmene?

Jack: E’ da molto che siamo attivi per questa causa. La Ally Coalition è il nostro modo di racchiudere tutto in un unico progetto, per riuscire a fare di più. Così ora, invece di parlarne e basta, o di prendere parte ad altre iniziative, abbiamo la nostra organizzazione, da far crescere il più possibile. Facciamo molte cose ovvie, che fanno anche altre associazioni, come raccogliere fondi, sostenere la causa, incoraggiare gli altri a farlo. Ciò che è davvero nuovo e interessante nella nostra è che ci concentra interamente su come tutti gli altri vengono toccati da questo argomento. Su come anche chi è eterosessuale capisca che è una questione che interessa tutti, e abbia il desiderio di trovare un modo per parlarne.
Quello che ci ha davvero motivato e dato la spinta a creare il gruppo è stato il renderci conto che molti dei nostri fan volevano fare qualcosa, come noi, ma non sapevano da dove iniziare. Molte delle nostre prime iniziative coinvolgono i social network, diamo alle persone l’opportunità di fare delle dichiarazioni pubbliche. In generale odio i social network, ma se parliamo di questo penso che siano grandiosi. Se vai su Facebook per parlare del panino che stai mangiando, mi viene da spararmi; ma è un’altra cosa se posti una foto dove sostieni i diritti degli omosessuali, e tutti i tuoi amici e familiari la vedono, e magari anche tuo zio repubblicano la vede, e inizia a pensarci su. E poi magari una terza persona la vede, si incuriosisce e va online ad informarsi sull’argomento. Ci sono problemi come l’economia o l’ambiente che sono molto pratici, c’è molto da fare. Con i diritti omosessuali, invece, c’è bisogno soltanto di parlarne, educare maggiormente le persone e sensibilizzarle. E’ quello che cerchiamo di fare con questo gruppo.