Esami di Stato 2010: il liceo non ha soldi per la maturità e li chiede alle famiglie scritto da admin 15 Giugno 2010 Il paese di Putignano, famoso per il noto Carnevale lancia l’ allarme: al liceo scientifico Majorana il preside non ha soldi per pagare i commissari d’ esame della maturità. Servono 47.500 euro, ma dal ministero ne arrivano soli 30.000. Il problemaIl preside, Pietro Gonnella afferma : «Negli anni scorsi abbiamo pagato le indennità di funzione e di trasferta dei professori sottraendo fondi ad altre destinazioni. Ma stavolta in cassa non ho più niente». La soluzione? Far pagare le famiglie. Il consiglio d’istituto ha infatti deliberato di invitare le famiglie dei 127 studenti maturandi a versare 145 euro a testa che serviranno a pagare i commissari. Il pagamento dei genitori consisterà in una sorta di prestito infatti, appena il ministero salderà la differenza fra anticipo e la cifra di pagamento che spetta ai professori a fine esame, le famiglie saranno rimborsate. Un prestito che però non sarà onorato con certezza. La risposta del Ministero della Pubblica Istruzione Il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini dichiara che è illegittimo domandare soldi alle famiglie per pagare i commissari dell’esame di stato. La Gelmini inoltre ricorda che :"L’ultima volta che un preside (liceo «Keplero» di Roma) ha denunciato di avere finito i fondi e di non poter quindi organizzare i corsi di recupero, abbiamo scoperto che c’erano 50mila euro in cassa…". Aggiunge inoltre che : " Se una scuola ha problemi di bilancio può rivolgersi all’Ufficio scolastico provinciale, che erogherà le somme necessarie". Tensione anche tra i ragazziAnche i ragazzi della scuola si sono runiti in un’assemblea per affronatare la difficile situazione di crisi economica che colpisce la loro scuola. Per ora, hanno deciso che faranno il «prestito» tutte le famiglie, o non lo farà nessuna. Il preside Gonnella dice che sono in attesa e aggiunge : "Certo, se i commissari non saranno pagati e non saranno sereni, i ragazzi non potranno dare la colpa a noi. Li avevamo avvisati…".