Ermal Meta – Vietato Morire (album): la recensione di GingerGeneration.it! scritto da Alice Giusti 18 Febbraio 2017 Prima di Sanremo 2017 c’è chi si chiedeva “Ermal Chi?”, ma, a una settimana di distanza dal Festival, il nome di Ermal Meta è sulla bocca di tutti, anzi, la sua musica e le parole della sua Vietato Morire, un inno alla disobbedienza di fronte a qualsiasi tipo di violenza, e la sua commovente e personale interpretazione di Amara Terra Mia di Domenico Modugno sono ormai entrate nel nostro cuore e fissate nella nostra mente. Il giusto riconoscimento per un cantautore tra i più talentuosi in Italia oggi, che ha il grande dono di essere diretto e mai banale, di raccontarsi e di raccontare con estrema facilità, di essere pop nella sua accezione più positiva, ossia di arrivare trasversalmente a tutti, indipendentemente dall’età e dai gusti musicali, tanto da unire (cosa più unica che rara) all’unanimità pubblico e critica, così come la musica dovrebbe sempre fare, ossia non avere confini o etichette, unire e non dividere. E il suo ultimo lavoro in studio, Vietato Morire, è un album di quelli che non può lasciare indifferenti: può forse non piacere a qualcuno (pochi), ma di sicuro ti scuote e ti costringe a fare i conti con i tuoi sentimenti, le tue emozioni e le tue convinzioni. Ideato come doppio album (oltre ai 9 inediti di Vietato Morire contiene i 9 brani dell’album precedente di Ermal Meta, Umano), proprio per fare un regalo ai fan (o meglio amici o lupi come lui preferisce chiamarli), ognuna delle 18 tracce racconta una storia a sé stante, con un diverso sound e tema, ma comunque collegate tra di loro a due a due (a un brano di Umano corrisponde uno di Vietato Morire, come nel caso di Lettera a mio padre/Vietato morire o Volevo Dirti/Voodoo Love), e più in generale tutte sono espressione del percorso ineluttabile e prezioso che è la vita. Ermal, in Vietato Morire, celebra l’amore nella sua forma più astratta e reale, l’”amor che move il sole e l’altre stelle” per dirla in maniera dantesca (tra l’altro lo stesso cantautore cita Dante in Ragazza Paradiso), che ritroviamo nella nostra vita quotidiana sotto milioni di forme: l’amore di una madre verso il figlio, quello di un figlio verso la sua madre, l’amore per la musica, per la vita, l’amicizia, per le persone vicine e lontane, l’amore per i ricordi passati e le sfide future, l’amore per le sofferenze passate, che poi sono il motore per diventare un po’ più forti. Perché anche nelle canzoni più crude e dure, in cui le parole pesano come macigni, come in Lettera a mio padre o Vietato Morire, il dolore dà sempre spazio alla fine alla luce, alla speranza, alla ribellione contro il male. Plasmare il male e trasformarlo in bene e trasmetterlo al mondo è qualcosa che solo i grandi artisti riescono a fare e questa “piccola anima per niente piccola” di Ermal Meta ci riesce alla grande. Insomma, In Vietato Morire c’è spazio un per tutto: per riflettere, per piangere, per commuoversi (bellissima Piccola Anima in duetto con Elisa), per ballare (quanto è adorabile Bob Marley?), per credere nell’amore… per far pensare anche alle persone come me, che hanno paura di lasciarsi andare all’amore e alle cose più belle dalla vita per paura di essere ferite, che forse è il caso di fregarsene e iniziare a vivere veramente. Vietato Morire, in conclusione, oltre a essere un’esperienza musicale, è una piccola esperienza di vita, dalla quale si esce un po’ cambiati. E sicuramente con l’esigenza di disobbedire. Sempre. Ecco le canzoni che compongono l’album Vietato Morire di Ermal Meta: La tracklist di Umano: Odio le favole Gravita con me Pezzi di Paradiso A parte te Umano Volevo dirti Bionda Lettera a mio padre Schegge La tracklist di brani inediti: Vietato morire Ragazza Paradiso Piccola Anima Bob Marley La vita migliore New York Voodoo Love Rien ne va plus Voce del verbo A voi è piaciuto l’album Vietato Morire di Ermal Meta?