Emma Watson: tatuaggio dedicato a Time’s Up, ma c’è qualcosa che non va! scritto da Laura Boni 5 Marzo 2018 Emma Watson crede moltissimo nelle cause benefiche che sostiene, tanto da scriverselo sulla pelle! L’attrice di La Bella e La Bestia ed Harry Potter ha partecipato ieri sera all’esclusivo party di Vanity Fair in occasione degli Oscar 2018. Scopri qui tutti i vincitori agli Oscar 2018! Emma Watson è apparsa sul red carpet, bellissima come sempre, con un abito nero di Ralph Lauren, impreziosito da una importante decorazione oro su collo e spalle. E’ stata la scritta che le è apparsa sul braccio, però, ha destare l’attenzione dei fan. Sull’avambraccio destro è molto visibile la scritta Time’s Up! Ecco le foto del look di Emma Watson: LIVING for this whole look on #EmmaWatson, rocking a #TimesUp tattoo and a black #RalphLauren dress at the #VanityFair’s Oscar party. Is it just us or is she really exhibiting major Egyption vibes? ? pic.twitter.com/Ruhxp12Z5i — Piñata (@atPinata) 5 marzo 2018 Un errore grammaticale poco glamour: Tutti i fan si sono subito chiesti se si tratti di un tatuaggio vero oppure solo di qualcosa di temporaneo. Per fortuna la seconda sembra essere l’ipotesi più attendibile e per fortuna, visto che Emma ha sbagliato la grammatica. Nella scritta Time’s up, infatti, si è dimenticata l’apostrofo…. Come tutti si sono affrettati a far notare su Twitter! Always check the punctuation. #MondayMotivation#MotivationalQuotes #EmmaWatson #Oscars pic.twitter.com/KIK17wj95S — ɪᴛ’ꜱ ᴜɴᴅᴇʀ ᴄᴏɴᴛʀᴏʟ (@ScalyFace) 5 marzo 2018 Questo errore, però, sicuramente non sottrae nulla dall’impegno che Emma Watson ha dimostrato per questa importante iniziativa. Sin dagli albori del movimento ha dimostrato un grande coinvolgimento, sia a parole che con i fatti: non solo si è presentata due volte vestita di nero sul red carpet, ma ha anche donato 1 milione di dollari a sostegno del UK Justice and Equality Fund, che difende le donne vittime di abusi sessuali e disparità di genere. Time’s Up è un’iniziativa nata per sensibilizzare l’opinione pubblica e più concretamente dar vita a un fondo per il sostegno legale a donne e uomini molestati sessualmente sul lavoro, e non solo nell’ambiente dello spettacolo.