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Elita Fashion Week: il concerto di Anna Calvi

scritto da Francesca Parravicini

C’è un tipo di musica che ti porta in un altro mondo. Deserti, paesaggi notturni con cieli pieni di stelle, distese di mare blu in tempesta. La musica di Anna Calvi fa questo effetto. Se il nome vi suona vagamente italiano non sbagliate: Anna è di chiare origini italiane, ma è nata a Twickenham, Londra.
Voce perfetta e melodie seducenti, misteriose e piene di forza l’hanno portata al successo, che si prepara a bissare con il secondo album, One Breath, in uscita l’8 ottobre.
Proprio per presentare la sua nuova creatura Anna ha fatto tappa a Milano proprio durante la Milan Fashion Week, nell’ambito del festival musicale Ouverture, organizzato da Elita Milano.

Scenario dell’evento il teatro Parenti. Un edificio particolare, quasi anonimo all’esterno, incredibilmente vitale all’interno, tra antico e moderno, uno spazio non spazio, misterioso come una grotta al centro della terra, come tutti i teatri.
Nel foyer basso dove si tiene il concerto il palco è basso e vicinissimo al pubblico, la scenografia sul fondale fatta di specchi. Magico e surreale.
Apre la serata Carmen Villain, ex-modella convertita alla musica, con un mix di pop e rock psichedelico, in bilico tra sogno e incubo.
Poi intorno alle 21.00 sale sul palco Anna. Minutissima (è alta appena 1.52 m) indossa una camicia blu snavy con pantaloni neri a vita alta e decoltè vertiginose. E’ accompagnata da una band minimal, polistrumentista, batterista e tastierista. Parla con una voce sottilissima, ma quando inizia a cantare è un leone. La sua voce scorre perfetta (così perfetta che sembra irreale) come le sue mani sulle corde della chitarra (non ne ha una, ma TRE) che non è uno strumento, ma un prolungamento del suo corpo. La maniera in cui la suona, da vera virtuosa, è qualcosa di indescrivibile.
Anna canta stando ferma ma riesce a tenere l’attenzione ferma su di sé, a creare una splendida ipnosi.
Ai successi del primo album, come Blackout, Desire, Suzanne and I, si aggiungono le nuove canzoni di One Breath: il suono vola più sperimentale, tra improvvisi cambi di ritmo, graffi di chitarra e voce quasi aggressiva; atmosfere di luce in Piece by Piece e Suddenly che sfumano nella notte di Bleed into Me e Carry me Over. Splendida esibizione per il primo singolo Eliza, all’insegna della potenza.

A chiudere il set, il cavallo di battaglia di Anna, Jezebel, cover di Edith Piaf.
Poi la “dolce guerriera” (così è stata definita in un articolo sull’ultimo numero di Amica), abbandona il leone e saluta con garbo il suo pubblico.

Guarda i video del concerto di Anna Calvi!

Credit foto: Tommaso Gesuato