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Elezioni 2018 – Perché non si sta facendo il governo?

scritto da Claudia Lisa Moeller

Ad una settimana delle Elezioni 2018 del 4 marzo a che punto siamo? Perché non si è ancora formato un governo? E cosa stanno aspettando tutti? E soprattutto quale governo avremo?

 

Le domande sono tante e non è facile rispondere a tutte. Possiamo, però, cercare di dare il quadro della situazione brevemente, concisamente e soprattutto il più chiaramente possibile.

Per prima cosa a queste elezioni si è profilato il Movimento 5 Stelle (32%), il quale però ha deciso di correre da solo. Solo dopo le elezioni al grido “Dovete venire a parlare con noi!” hanno aperto il tavolo delle trattative con il PD. Il PD ha avuto un risultato decisamente deludente (sotto il 20%) però, pertanto il segretario del partito (ovvero il capo) Matteo Renzi ha dato le dimissioni. Non senza polemiche da parte sua e degli altri membri del PD.

Ci si sarebbe aspettato un passo indietro da parte di Matteo Renzi, ma ciò non è successo come molti speravano. Alcuni auspicavano che Matteo Renzi, che comunque entrerà in Senato, si facesse proprio da parte sulle consultazioni governative, ma il leader ha anche detto che non è disposto a fare “inciuci” con il M5S reo di aver accusato gravemente il PD di ogni infamia. Dall’essere mafioso all’essere impresentabile. Ovviamente tutto ciò ha cozzato con alcune spinte all’interno del PD che vorrebbero, invece, trovare un punto d’accordo con i M5S e salire così al governo (Emiliano, uno degli oppositori di Renzi).

Direte che la cosa sarebbe facile e presto fatta. Peccato che il risultato elettorale di questo turno è difficile da tramutare in un governo. Infatti se il M5S ha stravinto al Sud, al Nord il centrodestra (con l’alleanza Lega – Forza Italia – Fratelli d’Italia) ha dominato (37%). Così si trova il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una situazione non facile. A chi dare la precedenza per formare il governo?

Ai M5S che hanno vinto al Sud come partito singolo o al Nord dove l’alleanza del centrodestra ha vinto e battuto di poco il partito di Grillo e Casaleggio? Il problema, infatti, si pone nel momento in cui bisogna capire chi sia il vincitore: è un problema di carattere ermeneutico. Se ha vinto la lista, allora hanno diritto il M5S a decidere le sorti di questo Paese. Se, invece, vale l’alleanza, allora tocca al centrodestra.

Centrodestra che si trova in una situazione non certamente più facile. La vittoria (inaspettata) di Matteo Salvini (17%) sul partito di Silvio Berlusconi (14%) ha cambiato i rapporti di forza nella coalizione. A dominare è stata la nuova Lega che ora ha la leadership all’interno dell’alleanza. Dovremo aspettarci Matteo Salvini Premier? E soprattutto con chi si farà il governo?

Se Forza Italia avrebbe aperto le larghe intese con il PD, ora con Matteo Salvini grande vincitore diventa più difficile il connubio. Anche se rimane come non mai attuale l’ipotesi di un salto della quaglia. Matteo Salvini potrebbe eccome preferire un’alleanza con il Movimento 5 Stelle, anche perché il leader della Lega condivide alcuni punti programmatici con il movimento.

Infatti entrambi vogliono l’abolizione della riforma Fornero e sono Euroscettici. Matteo Salvini, però, nelle ultime ore ha detto che anche se potrebbe aprire ai M5S non se ne parla per la questione del reddito di cittadinanza, uno dei punti cardini del M5S.

Al centrodestra, comunque e per fare i conti della serva, mancano 22 seggi al Senato e 49 alla Camera. Il movimento Cinque Stelle, invece, ha bisogno di 55 senatori e 88 deputati per avere la maggioranza. In questi conti bisogna anche “togliere” dalle file del M5S gli eletti – espulsi, ovvero quei candidati M5S che sono stati cacciati dal partito durante le elezioni. Essi sono stati, comunque, eletti e ora si trovano in Parlamento senza partito (8 in tutto).

La questione, quindi, è estremamente complicata. Mai come questo ha sottolineato una spaccatura economica, sociale, ideologica tra Nord e Sud. Mattarella si trova davanti alla scelta di dover escludere una parte del Paese dal governo.

E tu cosa ne pensi di questi risultati elettorali delle elezioni del 4 marzo?