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Emergenza Coronavirus – Fase 2: ancora nessuna informazione sull’università

scritto da Alberto Muraro
sergio mattarella

Incredibile ma vero giunti al 27 aprile e superato abbondantemente lo scoglio dei 50 giorni di quarantena, gli studenti universitari ancora non sanno cosa ne sarà di loro alla luce dell’Emergenza Coronavirus.

In occasione della tanto attesa conferenza di ieri sera, infatti, il Premier Giuseppe Conte ha risposto (per quanto possibile) a molte delle domande degli italiani, tranne per l’appunto a quelle degli universitari. Cosa ne sarà dunque del mondo dell’università da qui ai prossimi mesi? Cerchiamo di fare chiarezza qui sotto.

Quando riapriranno le Università dopo lo scoppio della pandemia di Coronavirus?

La risposta a questa domanda è: non lo sappiamo con certezza matematica.

Ieri sera il Premier ha semplicemente fatto riferimento ad un auspicabile ritorno sui banchi a settemre. Il Presidente del Consglio, di comune accordo con la Ministra Lucia Azzolina, ha escluso la possibilità del ritorno sui banchi entro la fine dell’anno scolastico. Per il momento ci è solo dato sapere che il Ministero dell’Istruzione ha sviluppato una task force per sviluppare un piano d’azione per i prossimi mesi.

università coronavirus
Studenti tra i banchi in una foto d’archivio. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

 

Il problema è che tutte le dichiarazioni dell’Esecutivo si sono focalizzate solo sull’istruzione primaria, per ovvi motivi strategici. Il ritorno a scuola di bambini e ragazzi rappresenta per molti genitori la possibilità di tornare a lavorare senza doversi preoccupare della loro “gestione”. Senza contare che molte famiglie hanno a disposizione un numero di dispositivi limitato per il tele lavoro e l’istruzione a distanza.

 

Per il momento, dunque, si naviga a vista.

 

 

Cosa stanno facendo le singole università per aiutare gli studenti

Al di là che sarebbe fondamentale venire incontro agli studenti universitari a livello nazionale con un programma comune, c’è chi si sta già organizzando per far fronte all’emergenza Coronavirus.

Esistono, in questo senso, due estremi. Alcuni atenei (soprattutto quelli privati) hanno istituito un ricco programma di lezioni e lauree a distanza. Altri, invece, latitano nel dare ai loro studenti informazioni precise.

Alla luce dei fatti, in molti (pensiamo alla Sapienza, per esempio) hanno deciso di prorogare la data del pagamento della retta. Altri, come la IULM di Milano, si sono spinti ancora più in là, con programmi di aiuti per gli studenti i cui genitori abbiano perso il lavoro o siano deceduti.

Incredibile ma vero, almeno per ora, sul sito del MIUR tutto tace. A pochi giorni dall’inizio della Fase 2 e con la sessione estiva alle porte, il Ministero dell’Istruzione non ha ancora dato indicazioni chiare agli universitari. Cosa succederà a settembre? Quando riprenderanno le lezioni? Cosa accadrà agli studenti che seguono dei corsi che richiedono, per motivi pratici, la presenza in aula?

Nel frattempo su internet monta la polemica (comprensibile) degli studenti universitari. In serata l’hashtag #università è schizzato in vetta ai trending topic di Twitter. Sono infatti stati in tantissimi a blastare il governo per la mancanza di indicazioni chiare in materia.

 

L’unica soluzione possibile, a meno che non si decida di effettuare la rinuncia agli studi, sembra quella di fare affidamento ad ogni singola segreteria. Con tutta la naturale frustrazione che ne potrà conseguire. Ci mancava solo il Coronavirus, verrebbe da dire.