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Coronavirus: cosa succederà a settembre nelle università e a scuola?

scritto da Alberto Muraro
scuola coronavirus

L’emergenza Coronavirus che ha colpito il mondo intero, ormai è inutile nasconderlo, cambierà perlomeno nel breve termine molte delle nostre abitudini. Fintanto che non sarà trovato un vaccino o che l’epidemia non sarà contenuta ai minimi, anche tornare a scuola rappresenterà un problema. Viene molto difficile pensare come sia possibile in questo periodo riunire molti studenti nella stessa minuscola aula, e questo stesso discorso vale anche per le università.

 

L’anno scolastico 2019/2020 è ormai compromesso. Alla luce dell’epidemia ancora in corso non è ragionevole pensare che migliaia e migliaia di studenti tornino sui banchi entro giugno. E per quanto riguarda settembre 2020 invece? Gli studenti ritorneranno nelle classi almeno per riprendere il prossimo anno scolastico in modo normale?

 

Cosa succederà a settembre 2020 nelle scuole e nelle università? Dovremo convivere con il Coronavirus?

Almeno per il momento queste e altre domande non hanno una risposta precisa. Il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, infatti, non ha ancora trovato una soluzione concreta. Particolarmente in ambito universitario, purtroppo, gli studenti brancolano nel buio. Eppure è lecito fare delle ipotesi, anche alla luce delle recenti dichiarazioni del MIUR.

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Nei giorni scorsi, la Ministra dell’Istruzione ha istituito, presso il Ministero, un Comitato di esperti che avrà il compito di formulare e presentare idee e proposte per la scuola con riferimento all’emergenza sanitaria in atto.

coronavirus

Il Comitato composto da 18 esperti formulerà proposte su:

  • l’avvio del prossimo anno scolastico, tenendo conto della situazione di emergenza epidemiologica attualmente esistente.
  • l’edilizia scolastica, con riferimento anche a nuove soluzioni in tema di logistica.
  • l’innovazione digitale, anche con lo scopo di rafforzare contenuti e modalità di utilizzo delle nuove metodologie di didattica a distanza.
  • la formazione iniziale e il reclutamento del personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado, con riferimento alla previsione di nuovi modelli di formazione e selezione.
  • il consolidamento e lo sviluppo della rete dei servizi di educazione e di istruzione a favore dei bambini dalla nascita sino a sei anni.
  • il rilancio della qualità del servizio scolastico nell’attuale contingenza emergenziale da Coronavirus.

Abbiamo insomma a disposizione un comitato che studierà nuove possibilità per il ritorno in aula, del tutto in sicurezza. A livello di scuole sono in molti, anche come nomi piuttosto importanti come l’ex Primo Ministro Enrico Letta, a parlare di un ritorno in aula già per settembre. Qui sotto trovate alcuni degli ultimi pareri apparsi:

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Al di là delle previsioni degli esperti, la situazione resta molto delicata. Considerato che ci troviamo di fronte ad un’emergenza e ad un virus mai visti prima, l’unica cosa che possiamo fare è sviluppare teorie e ipotesi. E l’ipotesi potrebbe seguire da questo punto di vista il senso di “necessità” giò applicato con i decreti passati.

Si potrebbe idealmente pensare, anche a livello universitario, ad una didattica “mista”. Tutte le lezioni che, per motivi logistichi o organizzativi si devono svolgere in presenza si svolgeranno in loco. Lo stesso discorso, ovviamente con tutte le precauzioni del caso, potrebbe valere anche per esami e interrogazioni varie.

Nonostante sia comunque un tema complesso da gestire, il Ministero dell’Istruzione potrebbe proseguire con la didattica online per gli studenti che ne abbiano la possibilità. Per tutti gli altri invece si potrebbe dover richiedere il ritorno sui banchi. L’unica certezza che abbiamo, per ora, è l’incertezza. Dovremo aspettare ancora qualche mese per capire quale sarà il reale impatto del Coronavirus su scuole e università.