Concorso Percy Jackson: Una piccola conquista scritto da admin 18 Luglio 2013 Per il Concorso del Meet&Greet di Percy Jackson vi abbiamo chiesto di scrivere un racconto, i post vengono pubblicati e i più beli e votati potranno vincere il Meet&Greet di Martedì 23 Luglio con Logan Lerman e Alexandra Daddario al Giffoni 2013 . Ecco la risposta di Val! Se vi piace, condividetela per aiutarla a vincere. Ogni estate, da quando avevo 6 anni, vado in vacanza a Ischia con la mia famiglia. Lí, l’anno scorso, ho ritrovato un’amica d’infanzia, Benedetta, con cui ero andata alle elementari, e che si era trasferita a Bergamo in prima media a causa del lavoro del padre. Ci sentivamo regolarmente tramite il computer, ma rivederci, e per di più in modo del tutto inaspettato, é stato emozionante. Ovviamente eravamo entrambe cambiate moltissimo rispetto al ricordo, un po’ sbiadito, gr avevamo l’una dell’altra, ma ho come avuto l’impressione, fin dal nostro primo incontro, che fosse… Un po’ giù di tono. Aveva delle occhiaie profonde, maldestramente nascoste sotto un velo di correttore aranciognolo. La pelle sottile e pallida lasciava intravedere le vene e i capillari fragili. Dopo qualche giorno, quando me la sentii di affrontare l’argomento, le chiesi se qualcosa non andasse. Lei sorrise mestamente e mi rispose che soffriva da sempre di anemia falciforme. Negli ultimi anni, però stava peggiorando, e le crisi erano aumentate fino ad una al mese. Probabilmente al termine delle vacanze, mi disse, avrebbero dovuto ricoverarla per effettuare le trasfusioni e somministrarle gli analgesici. Questa rivelazione mi trovó del tutto impreparata, e feci del mio meglio per sottrarmi al suo sguardo inquisitorio. Non volevo che pensasse che la compativo. Per il resto del periodo che trascorremmo insieme, cercai di non pensare a ciò che mi aveva detto. Al termine di Agosto ci separammo. Vacanze concluse, io tornai a Roma e lei a Bergamo, con la promessa che avremmo continuato a tenerci in contatto via Skype. Iniziò la scuola, e sia per me che per lei divenne difficile mantenere la promessa. Ci sentivamo due, massimo tre volte al mese. Poi, a metà dicembre, mi diede la notizia: l’ospedale in cui avrebbero dovuto ricoverarla doveva chiudere per mancanza di fondi e non ce n’era un altro a meno di 30 km di distanza. Mi chiese di aiutarla. Indignata, la sera stessa scrissi un articolo denunciando il fatto e lo spedii al Comune di Bergamo, pregando che servisse a qualcosa. Dopo una settimana, non avendo ricevuto risposta dal Sindaco, mi decisi a prendere una decisione drastica. Forse non avrebbe dato ascolto a me, ma ai suoi concittadini lo doveva. Così convinsi (non so bene come) mia madre a lasciarsi andare a Bergamo con alcuni compagni di scuola, e lí organizzammo una petizione. In mezzo alle vie, alla piazza, ci inventammo di tutto per avvicinare la gente: giochi di prestigio, mimi, urla, battaglie di vernice, e fermatosi intorno a noi un capannello di gente, spiegavano la situazione e facevano girare il blocco appunto in modo che tutti potessero firmare. E tutti sembravano lieti di farlo, di dare il loro contributo per una giusta causa. Molti si congratularono con noi per aver preso l’iniziativa, e giurarono di non aver mai pensato che dei giovani potessero impegnarsi tanto seriamente. In serata andammo ad affiggere una copia del mio articolo e le firme sulla porta del Comune. Il Sindaco cedette e trovò il modo di ricavare i fondi destinati alla struttura. L’ospedale venne nuovamente finanziato e non chiuse più, permettendo a Benedetta e a molte altre persone di ricevere le cure e la dovuta assistenza. Poche cose in vita mia mi hanno resa felice come l’abbraccio carico di gratitudine che mi diede Benedetta prima che ripartissi. La mia non è stata una vera e propria avventura. Niente di eclatante, almeno. Però credo che non ci sia sensazione più bella che sentirsi utili, che sentire di aver fatto nel tuo piccolo, qualcosa di molto importante per qualcuno a cui tieni.