Concorso Percy Jackson: “Simm nu burdell ‘e gent”. scritto da admin 13 Luglio 2013 Per il Concorso del Meet&Greet di Percy Jackson vi abbiamo chiesto di scrivere un racconto, i post vengono pubblicati e i più beli e votati potranno vincere il Meet&Greet di Martedì 23 Luglio con Logan Lerman e Alexandra Daddario al Giffoni 2013 . Ecco la risposta di RoseTyler! Se vi piace, condividetela per aiutarla a vincere. Mi fermo a pensare che il più che delle volte ho accanto le persone migliori. Questa è una storia di chi si sa aiutare ogni giorno, gioca con le battaglie della vita, ci vince con le azioni, vince abbracci e lacrime di gioia, stringe mani e sostiene teste sulle spalle mentre le altre persone piangono e non sanno a chi rivolgersi. La storia di chi sorride di fronte alle luci, di fronte ad un palco, di chi condivide, di chi mangia ogni sabato al McDonald, ride di fronte ad una chitarra su un prato, in un parco, con i Pan di Stelle in bocca. Questa è la storia di me e dei miei amici. Ho questa sottospecie di gruppo che tutti conoscono come “Nu burdell ‘e gent” e avete presente quando una persona sa di essere nel posto giusto ma non lo capisce ancora? Che non importa quante volte c’è bisogno di ripetersi il bene che uno prova per l’altro? E’ una storia di ripetizioni, di ricordi, presenti che nessun altro potrà vivere tranne noi, la nostra è una storia di “nessuno sa accettarmi, solo voi”, e una storia del tipo “statemi vicino, solo con voi posso sfogarmi” e la storia del “diciamo una parola che solo noi conosciamo, così gli altri non sanno nulla, solo noi”, è la storia delle risate pensando ad una data: “L’11 luglio 2028 ci vediamo, ci incontriamo, con i figli sottobraccio e i pancioni e la spesa da fare”, è una storia di promesse. Le avventure con loro le vivo ogni giorno, anche da lontano, quando sono chiusa in camera a fissare uno schermo mezzo rotto e acceso che con luci intermittenti registra notifiche su notifiche. La nostra è un’avventura anche quando stiamo fermi pomeriggi interi a Palazzo Reale, raccontandoci l’uno i difetti degli altri oppure partendo all’improvviso con la bottiglia d’acqua e facendoci bagni su bagni come ci gettassimo baci addosso. Di aneddoti avrei da raccontarne tantissimi, ma mi viene da dirvi questo, adesso. Le migliori avventure le viviamo durante i concerti del nostro cantante preferito, siamo 40 persone, ma 38 sono fan. La nostra è la storia migliore perché la viviamo sotto ad un palco, la viviamo mentre ci scoppia il cuore e viviamo musica sulla pelle. Una volta, durante il concerto di maggio, ci è capitato di restare per circa tre ore sul retro di questo teatro ed eravamo tipo triliardi e gli unici a cui bastava uno sguardo per riconoscersi, per ridere da lontano, eravamo noi. Siamo andati al McDonald lì vicino e ci siamo seduti, già pronti. Una di noi ha iniziato a suonare con la chitarra e noi intorno a lei, seduti ad un tavolo. Cantavamo a squarcia gola ed eravamo strafomentati. Ci mancavano solo microfoni e altro. Quando, ad un certo punto, una delle addette si è avvicinata e ci ha urlato: “Qui non facciamo serate live”. E noi ridendo siamo stati cacciati fuori. “Per favore, dovete uscire”. E poi abbiamo vissuto il nostro concerto. Io sto bene con loro, sono loro la mia avventura.