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Coco: la recensione di GingerGeneration.it

scritto da Alberto Muraro

Miguel è un piccolo aspiramte musicista messicano che, per sua sfortuna, vive in una famiglia che della musica non ne vuole proprio sapere. Il giovane protagonista del film Coco, fan numero uno del cantante Ernesto de la Cruz, si ritroverà per errore catapultato nella Terra dei Morti, un mondo parallelo dove andrà alla ricerca delle sue origini e rimetterà in discussione tutte le sue certezze.

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Coco, nuovo capolavoro Disney-Pixar, è un gioellino per gli occhi, ma soprattutto per il cuore. Con il film diretto da Lee Unkrich, la casa di produzione statunitense torna a giocare con i nostri sentimenti, scavando in ciò che abbiamo di più caro, la musica, ma soprattutto i ricordi.

Mai come prima d’ora Disney Pixar colpisce nel segno, coniugando alla perfezione trama, colonna sonora e ambientazione. Contrariamente ai film precedenti, il primo vero musical Pixar riesce ad integrare le canzoni all’interno della trama. Ogni singolo pezzo (su tutti, Remember me) aggiunge un tassello al puzzle e aiuta a raccontare la storia. Ma non solo.

La musica diventa infatti uno strumento per non dimenticare chi ci siamo lasciati alle spalle, un filo conduttore fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti più solido di qualunque fotografia sfuocata. Il tema della nostalgia per le persone scomparse è predominante ed è la chiave di lettura più profonda di un film che farà piangere gli adulti e ridere i bambini.

Ciò che contribuisce a rendere questo lungometraggio d’animazione ancora più suggestivo è proprio la sua straordinaria colonna sonora “mariachi” (prodotta dagli stessi compositori di Frozen) che ci introduce alle atmosfere di un Messico colorato e mai stereotipato. Lontanissima dal rischio della temuta appropriazione culturale, Disney è infatti riuscita alla perfezione (evidente è stato l’aiuto di un team di “autoctoni”) a dipingere un paese colorato, appassionato e soprattutto fieramente legato alle proprie tradizioni.

Coco, è in definitiva, un film dalle mille sfumature che vi lascerà senza parole non soltanto dal punto di vista visivo ma anche e soprattutto sul piano emotivo. La speranza è che a fine proiezione usciate dal cinema con la consapevolezza di non aver dimenticato le vostre radici e le persone che vi hanno reso quelli che siete. Perdere il ricordo di una persona cara, ci insegna il film, corrisponde in qualche modo a perdere un pezzo importante di noi stessi. Per farlo non servono certo migiaia di candele o grandi cerimonie, a volte può bastare una semplice canzone.

Avete già visto Coco? Che ne pensate?