Chiara Galiazzo si racconta stasera a La Ricetta della Felicità scritto da Laura Boni 13 Novembre 2014 Chiara Galiazzo si racconta stasera, Giovedì 13 Novembre, con grande sincerità nella penultima puntata di La Ricetta della Felicità in onda su LA5 in seconda serata: “Ho avuto questo periodo bellissimo, in cui ho avuto grandi fortune e opportunità che non hanno tutti – culminato con la partecipazione tra i big al Festival di Sanremo del 2013 – il problema era che, come tutte le cose, bisogna gestirle, capirle e io con le cose a raffica e ad alta velocità che avevo fatto non avevo capito niente” ha detto Chiara. La cantante veneta che, dopo 10 anni di provini e porte chiuse, all’improvviso ha visto arrivare la sua grande occasione, non fa segreto del periodo di sconforto che ha passato dopo il successo improvviso: “Non era solo un sogno. Dovevo capire che c’era anche il risvolto negativo. Quando ho rallentato un attimo non sapevo più neanche come vestirmi. Non mi riconoscevo più, con lo stress avevo preso un sacco di chili, dovevo cambiare guardaroba, non avevo voglia di andare a comprarli, non mi piacevo. Avevo una serie di problematiche da risolvere ed ero svuotata.” Solo grazie alla sua forza interiore e alla sua tenacia, Chiara ha capito come superare il momento di difficoltà e vincere le sue debolezze e, oggi, che ha da poco pubblicato il suo secondo album dal titolo Un giorno di sole, è in armonia con se stessa: “Bisogna lavorare su se stessi ed essere soddisfatti dei propri contenuti. E’ il modo di essere felici a prescindere da come andrà. Non posso rivedere le cose che faccio solamente se vanno bene o male. Questa può essere una strada per raggiungere felicità e sicurezza“. Il programma – che parte dall’idea di Lancôme di regalare a tutte le donne la possibilità di essere più felici attraverso un percorso unico, influenzando il proprio benessere, l’autostima, la serenità – si sviluppa ispirandosi agli studi sull’Authentic Happiness descritta all’interno del panorama della Psicologia Positiva e al suo fondatore americano, il Prof. Martin Seligman e sostenitore dell’importanza dei pensieri positivi sul proprio stato psicofisico. Se una percentuale della nostra felicità dipende da fattori incontrollati e indeterminati, una buona parte, invece, arriva proprio da come decidiamo di affrontare la vita e dalla nostra predisposizione, appunto all’ottimismo.