Charlie Puth – Nine track mind: la recensione di Gingergeneration.it! scritto da Alberto Muraro 3 Febbraio 2016 Avete mai visto il film Pleasantville, con Reese Witherspoon e Tobey McGuire come protagonisti? Nella pellicola, due fratelli gemellli finiscono, a causa di una strana magia, all’interno di una sit-com americana in puro stile anni ’60, dove tutto è perfetto, dove le ragazze indossano tutte vestiti svolazzanti a pois e i ragazzi sono super ingellati e sempre perennemente alla disperata ricerca di queste ultime, magari all’interno di un diner o nel corso di un romantico prom party illuminato solo dalle luci soffuse di una palla stroboscopica. Ecco, cercate di immaginarvi questa esatta scena, un classico da teen movie americano, perché il primo disco da solista del bravissimo Charlie Puth, intitolato Nine Track Mind, potrebbe essere la colonna perfetta per tutto questo. Puth balza agli onori della cronaca musicale lo scorso anno, come un fulmine a ciel sereno, con la mega hit See you again, tratta dalla colonna sonora di Furious 7 e poi esplode definitivamente come artista solista (e quindi non più semplice spalla “da ritornello”) nella deliziosa Marvin Gaye, un pezzo retrò in collaborazione con Meghan Trainor che ci chiarisce fin dalle prime note qual è il suo forte: parliamo di un pop fortemente influenzato dalla black music, particolarmente da quella della Motown degli anni d’oro del soul, senza però mai scadere nella pura e semplice imitazione ma mantenendosi sempre sul filo dell’omaggio, più che su quello del “copia e incolla”. Nine track mind come vi dicevo è un disco perfetto per abbandonarsi alle braccia del vostro innamorato o innamorata, magari durante un romantico lento (Left right left, Suffer, Up all night) o dopo aver intonato una serenata strappalacrime (clamoroso in questo senso il testo di Then there’s you che recita “esiste la bellezza, e poi esisti tu”); oltre ai brani già citati però l’album offre anche molto, molto di più, da pezzi vagamente ispirati dal gospel (nel caso di Dangerously o ancor di più in Some type of love) o ancora a canzoni pop che più pop non si può, convincenti sia quando virano verso il genere della ballata (stupenda a proposito Losing my mind, dove si percepiscono echi di One Republic e Timbaland) o ancora di più quando intraprendono strane più sperimentali e ballabili, come nel pezzo (a mio avviso) più bello del disco in assoluto, We don’t talk anymore insieme alla collega (e presunta fiamma) Selena Gomez. Charlie Puth è insomma riuscito con il suo Nine track mind a dare forma ad un disco che fila liscio come l’olioe che non riesce mai a pesare all’ascoltatore, trasportato da una voce dolce e da produzioni sopraffine nel mondo dell’artista (a tratti forse un po’ edulcorato) fatto di melodie accattivanti, testi commoventi e richiami continui al meglio della storia della musica mondiale. Un inizio davvero col botto, non c’è che dire. Che ne pensate di Nine track mind di Charlie Puth? Tracklist One Call Away As You Are (Feat. Shy Carter) Marvin Gaye (Feat. Meghan Trainor) My Gospel Know Your Name Losing My Mind Up All Night Left Right Left Then There’s You Suffer Hard Some Type Of Love See You Again (feat. Charlie Puth – from “Furious 7”)