Cara: ecco di cosa parla il singolo Le feste di Pablo (intervista!) scritto da Alberto Muraro 7 Aprile 2020 Quest’oggi su Ginger Generation abbiamo il piacere di proporvi la nostra intervista esclusiva a Cara, una delle più interessanti artiste emergenti dell’attuale panorama musicale italiano! Cara, per quelli di voi che ancora non la conoscessero, è il nickname di Anna Cacopardo, ventenne originaria di Crema. L’artista è avvicinata alla musica sin da bambina frequentando l’istituto musicale Folcioni di Crema, nelle sezioni canto e pianoforte, approfondendo la sua conoscenza musicale con lo studio di artisti italiani (Lucio Dalla e Fabrizio De andré) e internazionali (Michael Jackson, Jessie Reyez e Twenty one Pilots). Dopo il suo debutto con Mi serve, nel 2019, Cara ha di recente pubblicato il suo nuovo singolo intitolato Le feste di Pablo. Guarda la nostra intervista esclusiva a Cara: Per scoprire qualcosa in più su Cara e sulla sua nuova canzone non perdetevi la nostra intervista qui sotto! Ciao Cara. Ti va di raccontarci prima di tutto chi sei e in che modo ti sei approcciata alla musica? Ciao! Io mi sono approcciata alla musica fin da piccola, ho iniziato a cantare a 9 anni. Avvicinarmici è stato come scoprire una risorsa dentro di me. Mi accorgevo del bene che mi facesse e di come riuscissi a sfogare e liberare tutto quello che avevo dentro. Dopo le prime piccole esibizioni mi accorgevo di riuscirmi a connettere con le persone che avevo di fronte, le guardavo negli occhi senza paura e in quella connessione mi sentivo a casa, sentivo che fosse il mio posto. Sono sempre stata molto sensibile e la mia sensibilità, che spesso è un’arma a doppio taglio, nella musica è stata fondamentale, così come la musica lo è stata perché la mia sensibilità fosse per me anche una grande risorsa. Mi ha fatto capire quale fosse il mio posto, mi ha portato a scrivere e a fidarmi delle mie parole e mi ha portato a credere fermamente in me e nella musica. Penso che la musica sia totalizzante, se ci sei dentro ci sei dentro completamente. Nel mio caso è sempre stata necessità. Ho sempre scritto e cantato per bisogno e sono convinta che la musica stessa si nutra dei moventi più puri che ci possano essere. Le feste di Pablo è il tuo singolo. Mi viene naturale chiederti chi sia questo benedetto Pablo! Pablo è la figura a cui tutti sicuramente pensano al primo ascolto. Una figura di certo controversa, ma che non è posta centralmente al significato del brano. È emblematica. Rappresenta il paradosso per eccellenza. Tutta la canzone verte sulla connessione e sui contrasti tra realtà e immaginato e di come l’immaginato possa stravolgere la realtà stessa. Per questo il testo presenta diversi paradossi e il più grande di tutti è proprio Pablo che nella sfera dell’immaginazione può avere un posto e una rilevanza totalmente distorti dal reale. Qual è il significato del pezzo e come è nato? Le feste di Pablo è nata in studio, in team. Il brano è una sorta di viaggio dentro e fuori di noi. Parla di quella linea sottile posta tra tutto ciò che immaginiamo e tutto ciò che è reale. La canzone è anche una ricerca costante di sensazioni che vorremmo provare all’interno della realtà e che, quando non ci riusciamo, ci rimangono impresse e pervadono l’immaginato. Spesso ci sono momenti in cui realtà e immaginazione diventano la stessa cosa, quando questo accade ci sentiamo completamente umani e le feste di Pablo descrive proprio questa sensazione. La tua canzone ha un sound fresco e spiccatamente internazionale. Mi hai ricordato, da lontano, Alessia Cara. A chi ti ispiri? Ho sicuramente influenze internazionali diverse tra loro, da David Bowie, John Lennon a Jessie Reyez e Damien Rice. Ho sempre ascoltato anche tutto il cantautorato italiano come Lucio Dalla, Fabrizio De André e Samuele Bersani. Mi piace mescolare diversi mondi e linguaggi nei miei ascolti. L’anno scorso hai pubblicato Mi serve, ora questo nuovo singolo. Stai lavorando anche ad un disco completo o farei uscire solo singoli? Per il momento stiamo lavorando a nuovi brani, quindi singoli. Non vedo l’ora di portare fuori nuovi viaggi e nuovi mondi, forse anche per me ancora da scoprire. Il nostro pubblico è composto soprattutto da ragazze giovani come te: quali sono i messaggi più importanti che vorresti condividere con le giovani donne? Quali sono le battaglie per cui combatti o i valori più importanti che hai? Sono molto felice di poter rispondere a una domanda come questa, grazie. Quello che mi sento di condividere con le giovani ragazze è sicuramente uno dei messaggi a cui tengo di più e che riguarda la propria interiorità. Penso che uno dei tasselli più importanti per la propria realizzazione e per poter trasmettere una parte di noi stessi a qualcun altro sia la forza di guardarsi dentro. Il coraggio di affrontarsi giorno per giorno, nel bene e nel male, di mettersi in discussione e di non smettere mai di avere dubbi. Tutto questo a mio parere porta ad avere una sana auto consapevolezza ed interiorità. È la base per costruire qualsiasi cosa. Per fare del bene e anche per non fare del male. Questo è anche ciò in cui credo fermamente, per cui mi batto e per cui avrò sempre qualcosa da dire: L’individualità. Quella sana, basata su sani principi morali e su una grande forza in se stessi. Come stai passando questa quarantena? Sarà una fonte di ispirazione per la tua musica? La quarantena mi ha destabilizzato, come tutti. È un duro colpo che cerco di affrontare a testa alta. Penso sia importante rimanere fiduciosi e sfruttare questo tempo nella sua interezza. Cerco di fare la mia parte stando a casa e mi auguro che questo sia condiviso e rispettato da più persone possibili. Sicuramente è un momento che mi sta lasciando e mi lascerà qualcosa, anche musicalmente.