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Caminada: musica in viaggio

scritto da admin

Bio dei Caminada
Mauro (chitarrista) e Massimo (voce e basso) suonano insieme da quando hanno 13 anni. Insieme dividono le prime esperienze musicali nelle classiche band studentesche che nascono e muoiono in un paio d’anni.
Conoscono Francesco, il batterista, ad una festa e scoprono di avere in comune la passione per il funk e il blues anni ’70. Una musica fuori dalle mode che ripropongono inizialmente nella cantina di Francesco, tra le lamentele dei vicini e i controlli dei vigili e poi nei locali milanesi.

La ricerca di nuove sonorità si mescola alle armonie vocali in stile ’70, le sfumature pop sintetiche anni ‘80 si alternano a momenti acustici più intimisti e personali.
Estate 2006: e’ un momento fondamentale per il trio. Massimo e Mauro raggiungono Francesco in Thailandia, il viaggio prosegue attraverso Cambogia e Vietnam, paesi suggestivi e i ragazzi, ispirati da ciò che vedono,  compongono una canzone dietro l’altra.
Primavera 2007: entrano in studio per incidere il primo album. L’animo romantico delle composizioni di Massimo viene filtrato attraverso i suoni acidi ed i testi ironici di Mauro, che rivisita alcuni brani in chiave più rock e psichedelica. Il risultato è l’album "Caminada", nei negozi di dischi dal18 Aprile.

Abbiamo incontrato i Caminada, che ci hanno parlato di musica, viaggi e università.

La dimensione del viaggio è importante nella vostra musica?
Massimo: sì, nel 2006 un viaggio in Indocina che abbiamo fatto insieme ci ha profondamente colpiti: abbiamo visto cose stupende e altre agghiaccianti, cose che non siamo certo abituati  avedere. Di questo parla Mille coriandoli, per esempio: appena ci si allontana da casa ci si sente molto più liberi di osservare, comprendere e imparare. Tante esperienze si concentrano in pochissimo tempo e aprono la mente a nuove visioni della realtà. Poi si torna e si è diversi. Migliori.
Poi c’è S21, che parla dei campi di concentramento dove negli anni ’70 la gente veniva deportata anche a seguito di un semplice sospetto e torturata fino alla confessione… i viaggi possono essere esperienze che ti cambiano. L’esperienza di questo viaggio insieme ci ha cambiati tanto che appena tornati a Milano, abbiamo guardato con un’altra luce ciò che prima era scontato, perché faceva parte della vita di tutti i giorni.

Milano è l’esito di questo nuovo sguardo? Avete dipinto la città come un luogo triste e abitato da persone superficiali. Ma è proprio così?
Massimo: I personaggi che cantiamo esistono, anche se sono stereotipati, in una certa misura: ad esempio l’immagine delle ragazzine che "si atteggiano da dive e pensano soltanto a presenziare alle serate più mondane" si basa sui luoghi comuni, ma nella nostra esperienza ne abbiamo incontrate parecchie di persone così. La critica di Milano, però, è rivolta soprattutto all’università, che appiattisce sempre più la preparazione degli studenti, tra cui anche le attitudini personali. E’ una critica ma è anche un’autocritica: anche noi abbiamo passato le serate fuori dai locali a sparare giudizi con i bicchieri in mano, come i ragazzi della canzone..

Credete che gli studenti italiani siano troppo attaccati a mamma e
papà e abbiano poca voglia o poco coraggio di uscire dall’italia per fare esperienze all’estero?
Massimo: gli italiani viaggiano, anche tanto. Però scelgono quasi sempre mete molto inflazionate: per esempio, abbiamo trovato un sacco di italiani in Thailandia, un paese che attrae soprattutto grazie agli stereotipi esaltati dal passaparola tra amici; c’è invece poco interesse verso certe realtà molto differenti dalla nostra.
Il rischio è di perdere una visione critica della realtà: si tende a guardare un posto co gli occhi di altre persone, e nei luoghi si cerca soprattutto quello che altri hanno visto e ci hanno descritto.
Ma il viaggio è anche altro: è un modo per rinsaldare un’amicizia, per coindividere con qualcuno un’esperienza, come è successo a noi.

Parliamo di Anni ’80: per chi ha vissuto la propria infanzia in quegli ann
i, la vostra canzone fa riaffiorare molti ricordi
Massimo: io e Mauro ci siamo conosciuti alle medie (Francesco è arrivato dopo): abbiamo voluto raccontare quegli anni dal nostro punto di vista di allora, quando eravamo bambini, che è una cosa che nessuno aveva mai fatto finora. Ecco quindi affiorare il ricordo del monito dei genitori "non accettare mai le caramelle offerte dagli sconosciuti!", o il ricordo del muro di Berlino ancora in piedi, o ancora del timore di bere il latte dopo il disastro di Cernobyl..

Un ricordo che vi è particolarmente caro degli anni ’80:
Massimo: il mio primo Commodore 64! Ci ho giocato fino allo sfinimento.
Francesco: la TV: i programmi comici, le pubblicità storiche.. tante cose piccole ma caratteristiche.

Come sarà il video di Anni ’80?
Francesco: Sarà un video che punta molto sulla grafica, con una parte importante di post produzione. sarà un’immersione in un mondo fantastico, in un percorso mentale e artistico che si ispira un po’ alla pop art.

Come sono le donne nelle vostre canzoni, da Mi manchi a Vendetta?
Francesco: Mi manchi potrebbe sembrare una canzone d’amore verso una donna, mentre in realtà non è così. Parla dell’amore verso una persona che non c’è più. Vendetta, invece, parla di una donna molto forte, che può incutere timore perché quando viene offesa può tirare fuori tutta la sua energia.
Massimo: Gemma è la canzone che preferisco dell’album, non solo perché sintetizza musicalmente molte caratteristiche dei Caminada, ma anche perché è un po’ magica. L’abbiamo scritta dopo il viaggio in Indocina, e parla di una ragazza inglese, bionda, conosciuta in quell’occasione. E’ lei la "gemma più preziosa dell’oriente"..

Qual’è la vostra prossima meta?
Massimo: in cima alla lista c’è l’India, ma anche l’Australia è candidata. Cerchiamo sempre di vedere qualcosa di diverso, anche per guardare con occhi nuovi la realtà in cui vivi tutti i giorni, quando torniamo.

Volete vedere i Caminada LIVE? Prossimo appuntamento il 2 maggio a Brescia al Latte +
Guarda le altre date del tour su www.caminadamusic.com

Guarda il video di "Mi manchi"