L'atrocità dell'attentato al concerto di Ariana Grande: i bambini sono le vittime

Gli attentati terroristici, per loro natura, sono vili. Colpiscono indistintamente chiunque. Uomini, donne, bambini. Sono tutti innocenti. Non ha importanza il colore della pelle, la religione, la professione, il ceto sociale. Chi muore ha solo la caratteristica e “colpa” di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. L’attentato di Manchester ieri notte, però, ha qualcosa di ancora più atroce (se possibile).

La scorsa notte un ordigno artigianale è esploso al concerto di una pop star come Ariana Grande, il cui pubblico è prevalentemente composto da bambini e adolescenti. Chi si è fatto esplodere sapeva che avrebbe colpito, prevalentemente, i più piccoli. Questa è la prima volta in Europa che c’è un attentato terroristico, ancora non se ne sanno le cause, ai danni di bambini.

Escludiamo la violenta e barbarica rivendicazione cecena nella scuola di Beslan del 2003, dove vennero uccisi oltre 300 ostaggi.

In Pakistan, nel 2016 a Pasqua un attentato faceva esplodere per aria un parco giochi. Altalene, scivoli e bambini andavano per aria. Bilancio della strage: 72 vittime. Molti bambini.

In zone di guerra i bambini sono vittima di stragi continue. Si vedano le scuole femminili distrutte e partite di calcio sabotate con le armi. Qui un elenco solo sommario dei bambini e ragazzi uccisi negli ultimi anni in zone di guerra.

L’attentato nell’arena di Manchester non è un attentato qualsiasi. Come successo in Florida nel 2016 è stato colpito un evento gioioso e spensierato, come un concerto, ma il fatto che la maggior parte del pubblico siano giovanissimi rende la cosa ancora più inquietante.

Spetterà alle indagini inglesi stabilire chi si è fatto esplodere al concerto di Ariana Grande e cosa poi mai avere spinto un uomo a voler uccidere dei bambini. Al momento la polizia procede con la massima calma sulla vicenda.