Artisti emergenti: Pierro scritto da Alice Ziveri 19 Gennaio 2012 Per Pierro la chitarra è stata un colpo di fulmine: scoperta all’età di soli 5 anni, non l’ha mai più lasciata. E con su quelle sei corde il cantautore di Milano inizia a costruire la sua carriera musicale, arrivando a pubblicare il suo primo EP Da che parte stai, graffiante e coinvolgente, che ottiene un buon riscontro anche sulle radio italiane. Più avanti Pierro si aggiudica il secondo posto a Emergenza Rock, presso il Rolling Stone di Milano, ma è il 2000 l’anno di vera svolta: l’incontro con Alberto Testa, che collabora alla scrittura di alcuni dei suoi brani migliori, segna l’inizio di un lungo tour su e giù per lo stivale, per portare una ventata rock su alcuni dei principali palchi italiani. Se non avessi fatto il cantante….? Sinceramente non so cos’avrei potuto fare o cosa potrei fare se non cantassi, non credo si possa scindere, essere un musicista un cantante non è un lavoro che scegli come quando pensi a cosa fare nella vita. Non è che ti svegli una mattina e pensi: cosa faccio l’avvocato, il dottore o il cantante, direi che piuttosto che si viene scelti e sei quello che sei, e come puoi pensare di fare qualcosa di diverso da quello che sei!!! Nasce prima il testo o la musica? Questa è una diatriba che va avanti dalla notte dei tempi, non credo possa esistere una risposta esauriente, ma solo perchè non esiste una regola non c’è una tecnica, le canzoni nascono da un’idea, una frase anche una parola sola o da una melodia che ti risuona nella testa e a volte le due cose crescono di pari passo o a volte hai una melodia che ritmicamente ti richiama delle parole e su quelle costruisci un testo, oppure ancora hai una storia scritta e ti accorgi che esiste una melodia che le da quella veste che la rende completa. Insomma non credo ci sia qualcuno che possa dare una risposta univoca a questa domanda è una magia, e come la spieghi una magia??? Assomigli, musicalmente parlando, a Ligabue. Lo reputi un complimento o un insulto? A parte che ci sarebbe da discutere sul chi e perchè abbia ritenuto assomigli musicalmente a Ligabue. Comunque il punto credo che stia nel fatto che siamo vicini allo stesso genere, probabilmente c’è una vicinanza anche nella timbrica vocale, ma da qui ad assomigliarsi ne passa e non perchè mi disturbi il paragone, anzi, ma semplicemente perchè non basta avere delle assonanze per somigliarsi, probabilmente se avessi fatto il liscio mi avrebbero detto che somigliavo a Casadei, e questo solo perchè è abbastanza usuale associare a qualcosa che già si conosce così è più facile catalogare, ricordare, riconoscere. Fermo restando che non mi dispiacerebbe ottenere i risultati raggiunti dall’esimio collega, che stimo oltretutto. Parteciperesti a un reality show? Perchè? Quello sui reality show è un discorso sul quale non mi dilungherò più di qualche parola. Prima di tutto andrebbe rivisto il termine reality show per programmi e trasmissioni che sono preconfezionate e studiate a tavolino e dove di reality non c’è proprio niente. Risponderò semplicemente come ho sentito dire da qualcuno che non ricordo bene chi fosse, ma ha colto nel segno. Con i reality chiunque può pensare di fare qualunque cosa, senza avere nessuna competenza specifica ma così solo perchè ha il suo attimo di visibilità, ma bisogna ricordarsi che l’arte, la musica va vissuta, sofferta, guadagnata e conquistata. Non ci sono scorciatoie. Musica e politica: hanno davvero qualcosa in comune? Come consideri i cantautori politicamente schierati? Mah io credo che musica e politica abbiano davvero ben poco in comune se non l’essersi aiutate vicendevolmente per l’ascesa di alcuni cantautori cosiddeti politicizzati grazie alle feste di partito o all’aiuto di questo o di quel politico, e viceversa l’ascesa e il consenso di qualche politico grazie all’esibizione di questo o quel grande artista per il richiamo di pubblico. Penso che ognuno debba fare il suo mestiesre, e se ci si vuole occupare di politica si vada nelle sedi appropriate. L’arte, la musica sono un’altra cosa, anzi proprio per il carattere rivoluzionario e ribelle che specialmente in passato ha avuto la musica, si pensi agli anni 60-70, credo che ben poco abbia a che spartire col potere e la politica, ma torniamo al discorso delle scorciatoie.