Anoressia: la mia storia scritto da Francesca Parravicini 6 Giugno 2011 Ieri ho riportato la notizia che riguarda la copertina dedicata da Vogue alle donne curvy, un argomento decisamente caldo nel mondo della moda. Spulciando il sito del giornale ho letto svariati commenti e alcuni mi hanno fatto decisamente incazzare(pardon per il linguaggio): le ciccione devono stare fuori dal mondo della moda; sono le donne magre che comprano gli abiti, quelle grasse e povere si strafogano davanti al frigorifero; le taglie più rovinano la magia della moda e così via. C’è tanta di quella superficialità in chi crede che la bellezza sia unica e soprattutto tanta cecità, che fa vedere il mondo del fashion come un universo astratto dietro cui sbavare, un mondo perfetto che non vuole interferenze con l’esterno, figuriamoci con la concretezza di un corpo. Io stessa sono caduta in questo errore, uno scivolone molto stupido, in cui inciampare è facile, ma risalire è possibile. Il corpo come gabbia Diciassette anni, una ragazza timida e decisamente impacciata: ecco questa ero io. Frequentavo il liceo classico, amavo scrivere, non mi piaceva la matematica adoravo i dolci, cose normali. Proprio in quel periodo iniziava a nascere un interesse fortissimo, quello della moda. La moda mi piaceva e mi piace ancora perché è arte, è libertà, ti permette di distinguerti dagli altri, una cosa che desideravo da morire, in mezzo ad una folla fatta di tante scale di grigio. E allora ho iniziato a curare ogni look, cercando gli accessori più originali e gli abbinamenti più in, mi dicevano come ti vesti bene, ed io mi sentivo felice. Volevo essere perfetta, così nessuno avrebbe potuto prendermi in giro, considerarmi sfigata. Ed essere perfetti significa avere un corpo perfetto. Il mio peso oscillava tra i 55 ed i 56 kg per 1,70 m, nella norma, sono sempre stata filiforme, ero solo un po’ ingrassata Ma io non mi vedevo. Non dico che la moda sia stato la causa del mio desiderio di dimagrire, perché già da un po’ ero insoddisfatta del mio aspetto, ma senza dubbio è stato un catalizzatore, ha amplificato le mie paure. Ai miei occhi ero sempre più grassa e goffa delle altre ragazze e allora è scattata la dieta senza freni. Ho praticamente dimezzato i miei pasti. Via la colazione, pranzo minimo, niente merenda e ben poco la sera. A volte non c’è la facevo mi abbuffavo di dolci con i conseguenti sensi di colpa e digiuni. Pesarsi era un pensiero ossessivo. E poi correvo, correvo e correvo ancora. Ironico, mi sono dedicata allo sport proprio io che lo sport lo odio. I miei genitori, con i quali ho sempre avuto un ottimo rapporto non sapevano più cosa fare, la loro continua attenzione mi irritava e mi spingeva a continuare. Nel giro di un’estate sono passata da 56 a 47 kg. Ritornata scuola tutti mi guardavano scioccati e anche i professori erano preoccupati. Io sorda pensavo, non capiscono. Ad ogni azione però corrisponde una reazione ed il mio corpo non ha tardato a reagire: niente più ciclo ed una bassissima, quasi inesistente percentuale di ferro nel sangue, una debolezza perenne. Allora ho iniziato a capire, non ero fatta per sopportare tutto questo. Pian piano ho ripreso a mangiare in maniera regolare e ho iniziato a risalire. Nella mia testa c’era ancora l’ideale di magrezza, ma pian piano ha riassunto toni normali. Per quasi due anni non ho avuto un ciclo regolare e ancora adesso soffro di ferro basso. E quel che è buffo è che sono tornata praticamente al peso di partenza, 55 kg. Ma con una consapevolezza in più: potermi sentire bella e a mio agio. Il corpo femminile è bello perché è morbido e accogliente, le modello-grissino in passerella mi fanno un po’ tristezza. Ovviamente faccio sport ma se mi invitano ad una pizzata non mi tiro certo indietro, l’importante è essere felici. Il mio non è stato un caso particolarmente grave, però ci sono ragazze che arrivano a pesare meno di 40 kg per un’idea malata di bellezza che nasconde un desiderio di annientamento immenso. Siate voi stesse e non lasciatevi rovinare da ideali falsi e deleteri, che i cultori dell’ana e della moda elitaria e slegata dal mondo crogiolino nel loro brodo, le ragazze reali sono tutt’altra cosa.