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Amici 17 – Serale: il testo e la storia dietro Che Vuoi Che Sia di Irama!

scritto da Alessia Bisini

Irama, concorrente della Squadra Bianca di Amici 17ha cantato sul palco del Serale il suo inedito Che Vuoi Che Sia, ispirato ad una storia vera.

 

Prima della sua esibizione, Maria De Filippi ha voluto mostrare l’immagine di una donna di nome Elisa, morta appena dopo la nascita della figlia Anna a causa di un brutto male. Elisa stessa ha scelto di scrivere 18 lettere per accompagnare Anna tra infanzia e adolescenza, fino alla maggiore età. Le lettere le sono state consegnate anno dopo anno dal padre Alessio, che recentemente ha scritto un post su Facebook in cui ribadiva il suo amore per la donna, un amore che è capace di trascendere persino la morte.

Guarda il video dell’esibizione di Che Vuoi Che Sia di Irama al Serale di Amici 17:

Questo è anche il significato della canzone di Irama, come ha tenuto a precisare il ragazzo dopo la sua esibizione, accompagnata proprio dalla lettura (a cura di Giulia Michielini, giudice esterno ad Amici 17) di quel post su Facebook che Alessio ha dedicato alla moglie defunta. Al termine della sfida, Ermal Meta ha sottolineato come Irama possa anche sbagliare mira quando canta, pur colpendo sempre il bersaglio.

Testo di Che Vuoi Che Sia, inedito di Irama cantato al Serale di Amici 17: 

Vidi un ragazzo in una sala d’attesa con
qualche rosa in mano come in un film
pensai che fosse una bella sorpresa
ma lui era ogni giorno lì
mi ricordo lei 

dentro una stanza che si sistemava
diceva “fermo non entrare, dai non mi guardare
ho ancora queste occhiaie, non sono truccata…”
ma no, non smetteva di guardarla mentre sorrideva
dandole un bacio così lungo che venne la sera
se c’è una cosa che ho imparato
è che chi ama non si arrende mai

Facciamo un viaggio che ne dici
immagina le cicatrici, strade di Parigi
le lacrime e il Tamigi, sarò lì a fianco a te
dai credimi che passerà

che vuoi che sia
ti trucchi un’altra volta
andiamo via
il cielo in questa stanza sembri te
non vedi che va meglio qui con me
Mi prenderò io cura di te

Non ho mai creduto al paradiso
una storia inventata
ma di una cosa sono certo
un po’ mi dà conforto
che due persone non si possono dividere
finché esisterà il ricordo
e poi passati un po’ di giorni lo rividi ancora
se qualche volta il tempo passa
e porta via una storia
lasciando solo quella stanza vuota
e a terra qualche petalo caduto da una rosa
dai non scherzare, fai la brava
davvero non ci credo che tu te ne sia già andata
c’è ancora il tuo profumo nella stanza
non puoi essere lontana ma passerà

Che vuoi che sia
ti trucchi un’altra volta
andiamo via
il cielo in questa stanza sembri te
non vedi che va meglio qui con me
mi prenderò io cura di te