Amici 17 – Serale: il testo e la storia dietro Che Vuoi Che Sia di Irama! scritto da Alessia Bisini 21 Aprile 2018 Irama, concorrente della Squadra Bianca di Amici 17, ha cantato sul palco del Serale il suo inedito Che Vuoi Che Sia, ispirato ad una storia vera. Prima della sua esibizione, Maria De Filippi ha voluto mostrare l’immagine di una donna di nome Elisa, morta appena dopo la nascita della figlia Anna a causa di un brutto male. Elisa stessa ha scelto di scrivere 18 lettere per accompagnare Anna tra infanzia e adolescenza, fino alla maggiore età. Le lettere le sono state consegnate anno dopo anno dal padre Alessio, che recentemente ha scritto un post su Facebook in cui ribadiva il suo amore per la donna, un amore che è capace di trascendere persino la morte. Guarda il video dell’esibizione di Che Vuoi Che Sia di Irama al Serale di Amici 17: Stasera “Che vuoi che sia” di Irama racchiude un’emozione e uno speciale messaggio d’amore… Se volete votare per lui e quindi per la Squadra Bianca il codice è 01. Inviate un SMS al 477.0004 indicando il nome e/o il codice dell’allievo o della squadra. #Amici17 pic.twitter.com/B8kaIEQqXq — Amici Ufficiale (@AmiciUfficiale) 21 aprile 2018 Questo è anche il significato della canzone di Irama, come ha tenuto a precisare il ragazzo dopo la sua esibizione, accompagnata proprio dalla lettura (a cura di Giulia Michielini, giudice esterno ad Amici 17) di quel post su Facebook che Alessio ha dedicato alla moglie defunta. Al termine della sfida, Ermal Meta ha sottolineato come Irama possa anche sbagliare mira quando canta, pur colpendo sempre il bersaglio. Testo di Che Vuoi Che Sia, inedito di Irama cantato al Serale di Amici 17: Vidi un ragazzo in una sala d’attesa con qualche rosa in mano come in un film pensai che fosse una bella sorpresa ma lui era ogni giorno lì mi ricordo lei dentro una stanza che si sistemava diceva “fermo non entrare, dai non mi guardare ho ancora queste occhiaie, non sono truccata…” ma no, non smetteva di guardarla mentre sorrideva dandole un bacio così lungo che venne la sera se c’è una cosa che ho imparato è che chi ama non si arrende mai Facciamo un viaggio che ne dici immagina le cicatrici, strade di Parigi le lacrime e il Tamigi, sarò lì a fianco a te dai credimi che passerà che vuoi che sia ti trucchi un’altra volta andiamo via il cielo in questa stanza sembri te non vedi che va meglio qui con me Mi prenderò io cura di te Non ho mai creduto al paradiso una storia inventata ma di una cosa sono certo un po’ mi dà conforto che due persone non si possono dividere finché esisterà il ricordo e poi passati un po’ di giorni lo rividi ancora se qualche volta il tempo passa e porta via una storia lasciando solo quella stanza vuota e a terra qualche petalo caduto da una rosa dai non scherzare, fai la brava davvero non ci credo che tu te ne sia già andata c’è ancora il tuo profumo nella stanza non puoi essere lontana ma passerà Che vuoi che sia ti trucchi un’altra volta andiamo via il cielo in questa stanza sembri te non vedi che va meglio qui con me mi prenderò io cura di te