Ali ha gli occhi azzurri: Intervista a Claudio Giovannesi e al protagonista Nader scritto da Laura Boni 15 Novembre 2012 Reduce dal grande successo del Festival di Roma 2012, il film in Concorso ha ricevuto molti applausi al termine della proiezione stampa, oggi esce nelle sale Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi, basato sulla vera storia di Nader Sarhan. Ambientato a Ostia, alle porte di Roma, la pellicola racconta la realtà degli adolescenti di periferia, in particolare dei ragazzi di seconda generazione: una settimana nella vita del 16enne Nader in bilico tra l’essere arabo o italiano, in conflitto con i genitori e la sua cultura per amore di una ragazza italiana, ma soprattutto alla ricerca della sua identità. Ginger Genration ha intervistato in esclusiva il giovane regista e il protagonista Nader che ci hanno raccontato la loro esperienza con questo film verità. Per tutti coloro che abitano nella zona di Roma, Il regista e i protagonisti di Ali ha gli occhi azzurri incontreranno il pubblico al Cineland di Ostia alle 21:30. Mi racconti come è nata l’idea di questo film? Claudio: Io prima di fare questo film ho girato un documentario chiamato Fratelli d’Italia che raccontava la storia di tre ragazzi di origine non italiana che andavano in una scuola di periferia a Ostia. Il terzo episodio parlava di un ragazzo di origini egiziane, nato a Roma, che si poteva davvero definire di seconda generazione e la sua storia era così complessa che si meritava di essere raccontata in qualcosa di più ambio. Così è nato Ali ha gli occhi azzurri, in cui viene raccontata la più classica delle storie d’amore: lui è innamorato di una ragazza italiana, mentre la sua famiglia si auspica che trovi una ragazza egiziana e quindi Nader scappa di casa. Questa cosa è accaduta per davvero, dopo che abbiamo finito di girare il documentario, lui è scappato ed è stato fuori casa per due mesi, non per una settimana come si vede nel film e quindi è nata l’idea di chiedere a lui, ai suoi genitori e alla sua fidanzata di prendere parte a questo film in cui dovevano davvero portare in scena loro stessi, le loro emozioni e i loro conflitti, insieme, però, ad attori veri e seguendo una sceneggiatura. Questo film parla di te, com’è vedere la propria storia riportata sul grande schermo? Nader: La vita non è al 100% la mia, nel film sono raccontate alcuni episodi criminali, tipo c’è una rapina e io non l’ho mai commessa una rapina; gli episodi più importanti, ovvero il problema con mia madre e la mia ragazza e la cosa delle lenti a contatto azzurre che mi mettevo per sembrare italiano, quelli sono veri. L’impatto è stato comunque meno forte rispetto a quello che avevo provato quando ho visto il documentario, dove invece era tutto reale. Come hanno reagito a dover interpretare loro stessi sul grande schermo? Claudio: La cosa più dura e faticosa è stata la preparazione. All’inizio soprattutto Nader doveva capire che non era come un documentario in cui doveva essere come incosciente davanti alle telecamere, ma doveva portare in scena un personaggio e abbiamo fatto tante prove per non apparire finte. In più con i protagonisti abbiamo fatto i provini per i personaggi secondari per aiutarli ad essere più naturali. Come è stato rivivere con tuoi genitori situazioni che affrontate nella vita di tutti i giorni? Nader: Le scene con i miei genitori sono state tutte molto naturali, non avevamo bisogno nemmeno di un copione perché erano le stesse situazioni che viviamo nella quotidianità. Grazie a questo film, però, siamo riusciti a riaprire alcune discussioni che non avevamo affrontato; io sono scappato di casa per non affrontare il problema, ora, invece, con il film siamo riusciti a parlare di questa situazione anche a telecamere spente e siamo riusciti a trovare dei punti d’incontro. Nel film tu ti opponi ai tuoi genitori perché non vogliono che tu abbia una ragazza italiana, ma poi ti comporti nello stesso modo con tua sorella? Nader: Si assolutamente è una contraddizione ed è molto difficile da spiegare. Io penso di avere le mie ragioni per pensarla così, come mia madre ha dal suo punto di vista dei motivi per non volere che io abbia una fidanzata italiana. Io e mia sorella ci siamo confrontati molto su questa cosa e lei a capito il mio punto di vista, ma comunque si è una contraddizione. Come è cambiato il Nader di oggi da quello che conosciamo nel film? Nader: La storia mostra un me stesso molto diverso da quello che sono oggi. Cercavo di imitare gli altri, mi mettevo le lenti azzurre per sembrare più occidentale, invece adesso Nader è Nader, ha una sua identità e non deve assomigliare a nessuno. Ho la mia testa e non mi metto più le lenti per assomigliare a Stefano, non serve che faccia una cavolata per piacere a qualcuno. Dopo questo film ti piacerebbe fare l’attore? Nader: Assolutamente si, è stata una bella esperienza. Ora sto facendo la scuola serale, poi si vedrà se ci saranno altre occasioni. Com’è il tuo rapporto con Nader nella realtà? Claudio: Rapporto di grande amicizia come un fratellino minore. Io per ora non so quale sarà il mio prossimo progetto, ma dopo due film con Nader non credo di farne un altro su di lui a breve. Magari più avanti racconterò la sua vita da adulto, chi lo sa. Guarda il trailer di Ali ha gli occhi azzurri: foto credit: Angelo Turetta e Manuela Spartà