A voi la parola: Libertà, il più grande dei rischi, il più bello dei doni scritto da admin 15 Febbraio 2012 “Questa sera esco”. “Con chi? Dove vai? Come ci vai? A che ora torni?” Mamma che interrogatorio, sempre uguale. Mai un po’ di fiducia… mai un po’ di libertà. Ma quando è che sarò libera di fare ciò che voglio? Quando arriverà quel momento… quella si che sarà vita! Sono pensieri naturali, ma ogni tanto, anche se di nascosto, dopo averli fatti, mi sorge una domanda: Che cos’è la libertà? E la risposta a dire il vero mi fa paura. Molti pensano essere liberi significhi fare tutto ciò che si vuole senza nessun condizionamento se non quello stabilito da noi stessi; sentiamo spesso dire “è la mia vita, faccio quello che voglio”, “sono libera di fare quello che mi pare, non devo dare spiegazioni a nessuno”. Questo perchè si pensa ad una libertà illimitata che ci rende orgogliosi a tal punto da farci credere di poter andare oltre quelli che effettivamente sono i nostri limiti e le nostre possibilità. In nome di questo tipo di libertà rischiamo di sentirci “onnipotenti” e in diritto di poter, addirittura, porre fine alla nostra vita o manipolare la vita degli altri, come se la vita fosse un gioco nel quale ognuno può stabilire delle regole vantaggiose per il suo “gioco” da cambiare a convenienza. Forte di questo finto senso di onnipotenza l’uomo non si rende conto, però, che libertà vissuta così senza limiti, può portare ovunque e nei fatti porta alla solitudine, alla tristezza abissale, a volte alla malattia e alla morte. Il caso di Whitney Houston è un esempio atroce di questo: ad un certo punto della sua vita ha avuto tutto: bellezza, soldi, fama ma non le è bastato per essere felice e la sua fine, da sola in una camera d’albergo, è la fotografia di quanto feroce può essere la libertà. Il più grande dei rischi: Ma allora è possibile che la più grande delle nostre capacità e il nostro più grande dono possano portarci a danneggiarci e a perderci? La libertà, in questo senso, può diventare negativa? La libertà in se stessa è un valore positivo: è ciò che ci libera dall’essere semplici “marionette” esecutrici di regole e ci rende protagonisti della nostra vita mettendo in gioco tutte le nostre potenze e orientando il nostro destino. Il nostro “mondo”, infatti, sarà ciò che noi costruiremo attraverso le nostre scelte. Il rischio è che venga assolutizzata e che si sganci dai concetti che veramente la realizzano: il bene e la verità. Oggi, alla libertà di fare il bene e di conoscere la verità si è sostituita la libertà come espressione di desideri ed emozioni perché nella società di oggi il bene è ritenuto non ciò che è vero e buono ma ciò che appare come immediatamente gratificante per la singola persona. Gli ingredienti di una libertà che libera: Per fare della libertà qualcosa di bello e grande per la nostra vita, qualcosa che metta a frutto tutte le potenzialità e ricchezze della vita, dobbiamo inanzitutto capire la verità della nostra esistenza rimanendo fedeli a noi stessi. «Si deve recuperare il senso della vera libertà, che non consiste nell’ebbrezza di una totale autonomia, ma nella risposta all’appello all’essere, a cominciare dall’essere che siamo noi stessi» (Caritas in Veritate, n. 115). Senza la consapevolezza del senso della propria vita, infatti, l’uomo non utilizzerebbe la libertà per realizzare la propria natura ma solo per appagare i desideri dei propri comodi. In fondo, «ciò che conta di fronte alla libertà del mare non è avere una nave, ma un posto sicuro dove andare, un porto, un sogno, che valga tutta l’acqua da attraversare» (A. D’Avenia, “Bianca come il latte e rossa come il sangue”, Mondadori, 2010). Quindi, la libertà deve essere guidata dalla verità e dal bene che vanno cercati con l’intelligenza e scelti con la volontà per essere poi goduti in tutta la loro pienezza. La grande scommessa è quella di mantenere saldo il valore della libertà che l’uomo è riuscito a conquistare nell’epoca moderna, ma nello stesso tempo riscoprire i concetti di verità e di bene senza i quali l’uomo perderebbe se stesso perché, come dice Guardini, «una vita ben vissuta inizia con una determinazione apparentemente molto semplice “che l’uomo si decida a vivere come uomo”». di Maria Carmela Romano, Cutelli, III liceo classico. Queste sono le riflessioni di Maria Carmela sulla libertà, cosa ne pensate? Raccontateci anche la vostra opinione?