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A Complete Unknown: la recensione del film con Timothée Chalamet

scritto da Federica Marcucci
a complete unknown

A Complete Unknown è un biopic classico che riesce a raccontare un mito senza tuttavia incasellarlo. Un viaggio affascinante nella New York degli anni Sessanta per (ri)scoprire la genesi artistica di uno dei musicisti più importanti del Novecento. Diretto da James Mangold, A Complete Unknown vede nel cast Timothée Chalamet, Elle Fanning, Monica Barbaro e Edward Norton. Il film sarà nei cinema il 23 gennaio.

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Descrivere e incasellare Bob Dylan è impossibile e tra le sue mille identità e un nome – Robert Allen Zimmerman cambiato ormai tanto tempo fa, forse l’unico che sappia davvero quale sia la sua essenza è proprio il diretto interessato. A Complete Unkown cerca di svelare l’uomo prima del mito e la creazione del mito stesso, raccontando del cruciale arrivo di un giovane e sconosciuto Dylan a New York, del suo ambivalente rapporto con il mondo della musica folk in contrasto con quel desiderio costante di evolvere tipico di chi non sopporta le etichette, di amori complicati ma anche di egocentrismo e manie.

Diretto da James Mangold, che già nel 2005 aveva diretto il biopic di Johnny Cash (che, guardacaso, compare anche in questo film), A Complete Unknown mette al centro un Timothée Chalamet più maturo, che riesce a sobbarcarsi del peso di un mito senza soccombere. Merito di cinque anni di preparazione grazie a cui l’attore ha potuto fare suo il personaggio: qualcosa che emerge subito dall’enorme lavoro sulla voce che riesce a essere riconducibile all’originale senza tuttavia scimmiottarlo. Ottimi anche gli altri membri del cast: da una Elle Fanning perfettamente calata nel ruolo di Sylvie Russo, personaggio immaginario realmente ispirato a Suze Rotolo grande amore di Dylan negli anni Sessanta, a Monica Barbaro che dà corpo e voce all’iconica Joan Baez con cui Dylan ebbe una turbolenta storia d’amore, fino a Edward Norton che veste i panni del musicista folk Pete Seeger amico e mentore di Dylan prima della “svolta elettrica”.

Celebrandone la figura e la legacy, A Complete Unknown riflette su una figura unica nel suo genere, capace di precorrere i tempi così come è capace tutt’ora di parlare anche al suo pubblico e alle nuove generazioni. Perché, inutile dirlo, una volta nella vita tutti nella vita si sono sentiti come pietre rotolanti. Come dei completi sconosciuti, persino agli occhi di se stessi.

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