Black Emme presenta il singolo Tu Crir e p semp (INTERVISTA) scritto da Giovanna Codella 9 Dicembre 2024 È disponibile da venerdì 13 dicembre Tu crir e p semp, il nuovo singolo del talentuoso cantautore napoletano Black Emme. Il brano è disponibile in presave a questo link. Tu crir e p semp è un brano molto autobiografico. Nasce infatti dal vissuto di Black Emme e rimanda a un periodo della sua vita in cui si sentiva distaccato sentimentalmente e lontano da qualsiasi legame emotivo. È l’incontro inaspettato con una ragazza diversa dalle altre che gli fa cambiare prospettiva e lo porta a ricredere sull’amore e sulla sua durata. Un incontro che è come un fulmine a ciel sereno, da cui rimane assuefatto e che lo porta a “credere ai per sempre”. La nostra intervista Tu crir e p semp è un brano molto personale ed intimo. Che cosa ti ha spinto a scriverlo? Avevo bisogno di esternare quello che avevo dentro, uscivo da un periodo in cui avevo smesso di credere all’amore e al “per sempre”. Poi l’incontro con una persona, che è stata per me molto importante ma che ora non fa più parte della mia vita, mi ha portato a ricredermi. Questa canzone è dedicata a lei e alla fiducia che mi ha saputo nuovamente infondere. Puoi parlarci della scrittura del brano, di come sono nati la parte strumentale e il testo? Io inizio sempre a scrivere su base e poi faccio dei ritocchi. Quando ho sentito la linea melodica del ritornello e il riff di chitarra, ho subito capito che ben si sposava con quello che volevo dire ed esternare. Trovo che il sound acustico e intimo si adatti perfettamente al testo, anch’esso estremamente intimo e personale. Ho iniziato a scrivere il ritornello, è venuto di getto in modo molto naturale. Dopo poco ho buttato giù anche la prima strofa. Per la seconda ho aspettato un po’ perché non volevo rischiare che risultasse monotona, mi serviva un altro spirito per completare la canzone e darle ciò che mancava. Nella canzone parli di un incontro inaspettato che ha cambiato la tua prospettiva sull’amore. Come descriveresti questo cambiamento? Diciamo che c’è stato proprio un cambiamento nei miei pensieri e nelle mie idee. L’incontro inaspettato con la persona a cui è dedicata la canzone mi ha portato a rivalutare i sentimenti e a credere di nuovo nel “per sempre”. La scelta di cantare in dialetto napoletano rende la canzone ancora più personale. Cosa significa per te utilizzare il dialetto nella tua musica? Credo che il dialetto napoletano sia un linguaggio che ha una potenza storica e che abbia una sua melodia naturale. Quando canto in dialetto, non solo racconto una storia, ma restituisco un pezzo di identità: la mia. Il dialetto è un legame con la mia terra, usarlo nella mia musica è per me un atto di autenticità. Ci sono alcune cose che non riuscirei a dire in altri modi! Fai musica anche per tuo fratello adottivo Giovanni, per confortarlo attraverso la cultura hip hop. Quanto è importante per te questo legame? Per me il rapporto con mio fratello è indescrivibile, siamo molto legati. Penso che la musica hip hop abbia la capacità di abbattere le barriere e combattere il razzismo. Quando ascolti una canzone non fai caso all’etnia dell’artista, empatizzi con lui e basta, mi piace questa idea. Il tuo percorso musicale inizia con questo singolo. Quali sono le tue aspettative per il futuro? Sicuramente fare tanta musica e condividere con il pubblico i miei brani. Spero di avere la possibilità di farlo sempre di più in futuro. Nella tua musica sperimenti vari generi come pop, drill e r&b. Come decidi quale genere utilizzare per esprimere al meglio le tue emozioni? Spesso mi faccio ispirare dalla base, come nel caso di questo brano. Penso che però valga anche il discorso inverso: se si ha bisogno di comunicare un determinato sentimento, ad esempio tristezza o rabbia, si può cercare la sonorità più adatta ad esprimere ciò che provi. I tuoi testi sono molto immersivi e personali. Quanto è importante per te che gli ascoltatori riescano a entrare nel tuo mondo e a capire le tue esperienze? Per me è importante che i miei ascoltatori mi capiscano e comprendano quanto ciò che canto faccia parte di me, del mio modo di pensare e di vivere. Nella mia musica c’è solo verità, vorrei che si percepisca sempre. Cosa speri che possa trarre il pubblico da “Tu crir e p semp” e dalla tua musica in generale? “Tu crir e p semp” per me non è solo una canzone, è stato un viaggio emotivo molto importante. Spero che il pubblico trovi in questo brano e nella mia musica in generale una forma di conforto e uno spunto di riflessione, come se ogni canzone fosse un piccolo specchio in cui riconoscersi e, magari, scoprire qualcosa in più su se stessi. Chi è Black Emme Marco Di Carluccio, in arte Black Emme, nasce e vive a Napoli. Classe ’01, si avvicina alla scrittura da bambino, giocando con pensieri e parole. “Black” come “nero “ ed “Emme” di “Marco”: “Mi chiamo così per mio fratello adottivo Giovanni, che è con noi dai suoi primi 40 giorni di vita. Vittima di razzismo per il colore della sua pelle, cerco da sempre di confortarlo attraverso la cultura hip hop. Da qui il mio nome d’arte, “black” + “emme” siamo noi. Faccio musica anche per questo”. Di giorno Marco lavora nelle due tabaccherie di famiglia, il resto del tempo lo passa a fare musica da camera. Sperimenta pop, drill, r&b e tutti i generi possibili per potersi raccontare a 360 gradi con il giusto sound. I suoi testi sono perlopiù immersivi, di quelli da ascoltare da soli. Nella sua playlist Justin Bieber, Lewis Capaldi, Nas e l’inno del Napoli.